Alla Wurth Stelvio i sindacati segnalano provvedimenti disciplinari “sproporzionati” verso i dipendenti
Stipendio in ritardo alla Redaelli Ricambi. I lavoratori: “Dispiace scioperare, ma siamo stanchi”
LECCO – Due aziende differenti, entrambe con sede ad Oggiono, che condividono in queste ore di venerdì un’analoga protesta dei lavoratori, pur per situazioni ben diverse segnalate dalle stesse maestranze e dai loro rappresentanti sindacali: si tratta della Wurth Stelvio e della Redaelli Ricambi, interessate dallo sciopero indetto dalle Rsu insieme a Fiom Cgil e Fim Cisl.
Realtà da oltre cento dipendenti la prima, situata in via Mognago, che fa capo all’omonima multinazionale tedesca che nel 2014 ha acquisito il 100% della Stelvio Kontek (vedi articolo), prendendo le redini dell’attività oggionese.
Venerdì mattina, i lavoratori sono usciti dai cancelli dell’azienda e hanno incrociato le braccia per un’ora. Lo stesso faranno i colleghi del turno pomeridiano.
Un’iniziativa che, spiegano i sindacati, è “rivolta alla direzione della multinazionale tedesca, che negli ultimi mesi ha assunto una posizione intransigente sfociata in un susseguirsi di provvedimenti disciplinari ritenuti a dir poco discutibili e sproporzionati rispetto alla gravità delle mancanze contestate, ergendosi in alcune circostanze anche a giudice di malattie e infortuni”.
“Atteggiamento che – aggiungono – la direzione applica persino nelle modalità di gestione del personale su cambi turni, sostituzione di lavoratori assenti e richieste forzate di straordinari, il tutto per sopperire alla cronica mancanza di personale più volte sollevata dalle Organizzazioni Sindacali FIM e FIOM durante gli incontri avvenuti in questi mesi. I lavoratori ritengono tali modalità non più tollerabili, e chiedono alla direzione di cessare immediatamente questi atteggiamenti e riprendere le normali relazioni sindacali”.
Alla Redaelli preoccupazione per i ritardi sugli stipendi
E’ invece è un’azienda a conduzione familiare la Readelli Ricambi, affacciata a via per Dolzago, con una quarantina di dipendenti che hanno deciso di scioperare venerdì in seguito ai ritardi nel pagamento degli stipendi.
“L’azienda negli ultimi anni ha avuto una serie di vicissitudini, ha ridotto il personale in seguito alla chiusura di un distaccamento (Redafin). Nell’ultimo anno il lavoro è ripreso bene ma c’è un problema di liquidità e ogni mese ci sono ritardi nel versamento degli stipendi – spiegano i sindacalisti Omar Beretti di Fim Cisl e Fabio Anghileri di Fiom Cgil – il pagamento è fissato generalmente al 10 del mese, rimandato in questo caso al 21 luglio e non è ancora avvenuto. Nel frattempo si avvicina il periodo della chiusura estiva e i dipendenti temono ulteriori rinvii”.
Gli stessi lavoratori si sono detti dispiaciuti per essere dovuti ricorrere ad una protesta: “E’ il nostro primo sciopero – raccontano – ci rendiamo conto che il problema può dipendere anche dai ritardi nei pagamenti dei clienti, ma è ormai un anno che prosegue questa situazione e negli ultimi tre anni abbiamo vissuto anche contratti di solidarietà e cassa Covid. Non è mai mancata la nostra disponibilità nei confronti dell’azienda ma siamo stanchi e preoccupati”.