Poste: tagli e chiusure ci saranno, sindacati sul piede di guerra

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LECCO – Poste, smentite le dichiarazioni dell’Aamministratore Delegato. Massimo Sarmi: non ci sono direttive per trasformare in “Centri Servizi” gli 82 Uffici Postali Lombardi per i quali, invece, è prevista la chiusura e per i circa 50 che saranno “razionalizzati” con aperture solo in pochi giorni alla settimana.

E così in provincia di Lecco il piano comeanticipato nei giorni scorsi prevede la riduzione delle giornate di apertura per Varenna, Montevecchia, Moggio, Erve, Lecco Succ. 6 (rione San Giovanni); oltre alla chiusura definitiva di Oliveto (Oliveto, Onno, Limonta) e di Cremeno.

La verità è venuta a galla in breve tempo e nel corso della riunione di oggi (giovedì) con le organizzazioni sindacali nella sede regionale di Poste, l’Azienda non ha prospettato alcun progetto di trasformazione in “Centri Servizi” per gli 82 Uffici Postali per i quali, invece, prevede la chiusura definitiva, mentre per altri 50 è prevista una drastica riduzione delle giornate di apertura, come da programma presentato circa un mese fa privando le piccole comunità, già penalizzate e disagiate per tanti altri motivi, di un importante servizio per i pensionati e per l’intera collettività.

Alla luce delle pubbliche dichiarazioni dell’Amministratore Delegato di Poste, CISL e CGIL si sono presentate all’incontro di oggi (giovedì) chiedendo il piano di trasformazione degli Uffici Postali in “Centri Servizi” e lo stato di avanzamento delle discussioni con gli Enti Locali; ottenendo invece una smentita delle dichiarazioni di Sarmi e la riconferma del piano di chiusure e razionalizzazioni in Lombardia.

“Le stesse smentite ci saranno per quanto riguarda il recapito e la logistica – spiega Antonio Pacifico Segretario Territoriale SLP-CISL – Infatti, il Responsabile della Divisione Servizi Postali, ing. Rosario Fava, recentemente ha scritto una lettera ai Responsabili Territoriali e dei Centri di Recapito comunicando che a breve ci saranno interventi di riorganizzazione con riduzione delle zone di recapito e dei servizi di logistica e trasporto (tagli di personale si chiamano!!!) invitandoli a rassicurare il personale sul fatto che non vi saranno esuberi e che addirittura saranno previste possibilità di sviluppo professionale e di avanzamenti di carriera. Buoni propositi ma azioni ben diverse! Sulla scia del piano di tagli previsti in altre 5 regioni italiane temiamo che in Lombardia nei Servizi Postali a breve si perderanno circa 500 posti di lavoro che potrebbero arrivare addirittura a 1.000 per fine anno”.

Pacifico non si ferma qui e puntualizza: “L’abitudine di Poste è sempre più quella di un’azienda dalla doppia verità, quindi dalla doppia bugia. Una esterna (la bugia) quella di un’azienda florida, attenta ai servizi sociali ed alla collettività senza problemi occupazionali. Quella interna (la verità) di un’Azienda allo sbando che dei servizi sociali per la collettività e per le imprese se ne importa poco, così come se ne importa poco dell’occupazione, del rispetto delle leggi in materia di sicurezza e tutela della salute nei luoghi di lavoro, del rispetto delle normative sulla formazione e sulle conformità e tanto altro”.

Quindi il Segretario Territoriale SLP-CISL conclude annunciando: “Sulla reale situazione dell’Azienda Poste apriremo una fase di forte mobilitazione dell’intera categoria con l’apertura di una vertenza nel mese di settembre, informando e coinvolgendo la Regione Lombardia, i Prefetti ed i Sindaci, le Direzioni Provinciali del Lavoro, Le Associazioni dei Consumatori, gli Organismi di Vigilanza e di Controllo esterni e tutti gli Enti ed Associazioni perché non permetteremo che si porti allo sfascio la più grande azienda del Paese e della Lombardia, interamente di proprietà del Tesoro come socio unico”.