Rifondazione Comunista su Leuci: ‘Proprietà non credibile’

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LECCO – La vicenda Leuci sembra non arrivare a un punto di svolta positivo: prosegue infatti la lotta dei dipendenti della storica azienda per mantenere i propri posti di lavoro e per dimostrare al territorio lecchese che il progetto di riconversione industriale e creazione del Polo della luce e dell’energia nel sito di Leuci Spa, il cui Protocollo di intesa risale all’aprile dello scorso anno (vedi articolo), è davvero possibile.
La vicenda è seguita attentamente dal partito di Rifondazione Comunista di Lecco, che ha definito la situazione preoccupante e si è espresso in merito alle azioni di vendita di alcune linee produttive da parte della proprietà. A tal proprosito è stato diramato proprio oggi un comunicato stampa che riportiamo integralmente di seguito:

“Seguiamo con apprensione quello che sta succedendo in questi ultimi mesi alla Leuci. Non vorremmo che questo sia il finale di un ennesimo dramma , della storia vera degli ultimi cento operai rimasti in piedi dopo un secolo d’industria Lecchese. La proprietà aveva infatti ottenuto l’assenso a vendere alcune linee produttive per incassare i soldi da utilizzare per riconvertirne altre e diversificare così la produzione. Le linee sono state vendute ma non un soldo è stato reinvestito per le altre linee rimaste in fabbrica; in questo modo mentre il padronato prende i soldi vendendo i macchinari della fabbrica, i lavoratori e il territorio si impoveriscono. Come può essere credibile una proprietà che non mantiene gli impegni assunti? Inoltre, in questi ultimi giorni, un ulteriore linea è stata smontata ed è pronta per essere spedita in Egitto. Insomma sembra proprio che il padronato stia attuando la cosiddetta politica del carciofo, togliere una foglia oggi e una domani, svuotando così la fabbrica e impoverendo il lavoro e l’economia del territorio.
In Italia non esistono leggi che regolino questi processi. Tutto è in mano al mercato, anche se poi è il pubblico (Stato, Regione…) che da gli incentivi più o meno diretti a questa “razza padrona”.
Per questo noi abbiamo presentato alcune leggi “Ad hoc” e abbiamo chiesto al Comune di Lecco di cambiare la destinazione d’uso dell’area occupata dalla Leuci.
Per superare questo difficile momento dobbiamo tutelare i lavoratori, bisogna legare le imprese al territorio e si devono rendere difficili le delocalizzazioni. Si devono favorire con incentivi economici le forme di auto-imprenditorialità collettiva.Per questo sosteniamo le lavoratrici e i lavoratori della Leuci. Opporsi ai brigantaggi dei padroni si può e si deve”.