LECCO – Tagli, tagli e ancora tagli. Una sforbiciata, la spending review annunciata dal Governo, che coinvolgerà molti settori di pubblica utilità: dal numero dei dipendenti pubblici ai costi della sanità, dall’abolizione delle Province alla riduzione delle risorse agli enti locali, dal blocco delle tariffe (di acqua, luce, gas e trasporti) ai 200 milioni in meno per scuola e università.
Tutto ciò è quanto emerso negli ultimi giorni, a margine gli incontri tra gli uomini dell’Esecutivo e i rappresentanti di enti locali e sindacati; questi ultimi non hanno nascosto un certo malumore, soprattutto per la mancanza di un documento “fisico” del decreto in questione, e di un reale confronto con il Governo.
Sullo sfondo rimane la possibilità di uno sciopero generale, che potrebbe attuarsi se i ministri decidessero di proseguire per la loro strada, senza concertazione con le parti sociali; un’idea paventata ieri dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Camusso, Bonanni e Angeletti, mentre hanno già incrociato le braccia gli avvocati, in sciopero quest’oggi contro “la chiusura di oltre mille uffici giudiziari” in tutta Italia, che verrebbe stabilito nel contestato decreto.
Anche a Lecco, le indiscrezioni spuntate nelle ultime ore hanno destato più che qualche preoccupazione nei locali sindacati, in particolare per quanto riguarda il pubblico impiego, profondamente segnato dalla revisione di spesa: sarebbe prevista, infatti, la riduzione del 10% del personale e il 20% dei dirigenti, blocco degli stipendi da gennaio 2013 a dicembre 2014, ferie obbligatorie nella settimana di Ferragosto e tra Natale e Capodanno, buoni pasto ridotti a 7euro, divieto di monetizzare le ferie non godute e tredicesima in bilico.
“Realisticamente credo che qualcosa vada fatto – spiega il segretario di Uil P.A., Maurizio Bonetta – tutti devono contribuire, ma da qualche anno è in atto un certo accanimento verso i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Se stiamo parlando di tagli sistematici, bisogna che siano studiati con attenzione per ogni ente ed ufficio, per non creare danni ulteriori al servizio offerto agli utenti. Ma ancora non è chiaro cosa il Governo voglia fare. Dopo anni di paventate riforme, pare che ora si voglia realizzare tutto in pochi mesi. Siamo tornati alla politica dei proclami e ogni giorno si presenta una nuova proposta, è difficile costruirsi un giudizio concreto”.
Disorientato anche il segretario di Fp Cisl Lecco, Enzo Cerri: “Si è parlato di un taglio del 10% dei dipendenti, ma non si è ancora capito se il provvedimento coinvolgerà solo i Ministeri o l’intera Pubblica Amministrazione: nella prima circostanza parliamo all’incirca di 100 mila lavoratori, nell’altra di ben 300 mila. In ogni caso queste percentuali sono gli unici dati offerti dal Governo e decisi in modo unilaterale, senza coinvolgere i sindacati; si parla solo di tagli al personale, e non di tagli alle voci di spesa”.
“Il punto più dolente – sottolinea il segretario di Fp Cgil, Marco Paleari – è la scomparsa totale dell’accordo siglato il 3 maggio scorso con il ministro Patroni Griffi, che puntava ad una vera riorganizzazione della P.A. e del pubblico impiego. Un accordo disatteso, da quanto abbiamo avuto modo di capire sin ora. Revisione di spesa significa rendere più utile ed efficiente ciò di cui oggi disponiamo, e non tagli secchi accompagnati da palliativi come la riduzione delle auto blu, che altro non sono che un contentino in pasto alla gente”.
Ma a preoccupare maggiormente i segretari è il possibile accorpamento delle Province, di cui dovrebbe sapersi qualcosa di più preciso nella giornata di venerdì:
“Una scelta che potrebbe avere effetti devastanti – spiega Maurizio Bonetta –andrebbero rivisti anche tutti gli Uffici Territoriali dello Stato, penso alle Questure e alle Prefetture; ogni ente avrà i suoi esuberi e nel giro di un paio di anni in molti potrebbero essere lasciati a casa. Anche in questo caso c’è troppa carne al fuoco e si rischia di fare nuovi danni”.
“Si pensa alla riorganizzazione delle Province ma non si è ancora delineato un piano che riguardi i dipendenti – sottolinea Enzo Cerri – Esiste già un problema esodati, spero che il Governo non voglia allargare il disagio anche a questi lavoratori”.
Dello stesso avviso il segretario Marco Paleari: “Sarà una vera tragedia sul territorio, e vorremmo capire come lo Stato intenda gestire l’uscita di questi lavoratori, oltre alla conseguente diminuzione dei servizi ai cittadini”.
Foto Mario Monti_ fonte: ilportaborse.com