Il “Bigio” morì a soli 52 anni colpito da un infarto
“Ha sperimentato l’avventura e l’esplorazione in tutte le sue forme”
LECCO – Ricorre proprio oggi, 31 maggio, il 38° anniversario della scomparsa di Carlo Mauri, un grande dell’alpinismo lecchese, che ha lasciato un segno indelebile nell’universo della montagna e della nostra città. Il suo ricordo resta vivo, scolpito dalle sue imprese, nelle immagini dei suoi video e documentari e nelle parole dei suoi racconti e dei suoi libri.
“Aveva la montagna nel cuore, che amava con molto rispetto, protagonista di numerose spedizioni in giro per il mondo, affrontate con grande spirito e forza di volontà. Contraddistinto da una sensibilità e un’umanità rare, per lui le scalate erano un modo per riscoprirsi ogni volta. Umanità che sperimenterà direttamente nei suoi viaggi per conoscere i popoli primitivi dall’Amazzonia all’Australia” ha detto il sindaco Virginio Brivio.
“Colgo l’occasione per ricordare a tutti che è possibile conoscere meglio la storie dell’alpinismo lecchese e dei suoi protagonisti al terzo piano del Palazzo delle Paure, dove è allestito il Polo della Montagna con l’Osservatorio Alpinistico Lecchese”.
Nel ricordo di Renato Frigerio, membro del Gruppo alpinistico lecchese Gamma, l’intensa testimonianza e ricordo del “Bigio”, che restituisce l’immagine di un uomo appassionato, un grande amico e punto di riferimento per tanti suoi allievi e compagni di arrampicate.