Idrolario approva il bilancio, ma vietato toccare le tariffe

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LECCO – Approvato il bilancio 2011 di Idrolario, la società pubblica che detiene l’affidamento in house del ciclo idrico integrato nella provincia di Lecco. Il 2011, che ha visto il passaggio di consegne tra il presidente Ermanno Buzzi e Franco Almerico subentratogli a luglio dello scorso anno, è stato un anno positivo per la società, che ha registrato un leggero utile di circa 600 mila euro, nonostante il minor volume d’acqua distribuito  (27,3 milioni di metri cubi rispetto ai 29 previsti), su un valore della produzione che si aggira attorno ai 40 milioni di euro.

Notevole anche il dato delle sofferenze, che raggiungono il 10% circa delle bollette, per una cifra attorno ai 4 milioni di euro, che dopo sei mesi scende al 7,3%, grazie all’opera di riscossione coattiva, ma che comunque comporta una perdita sostanziosa per la società. Da notare anche il dato che alcuni comuni, come ad esempio Ballabio, non hanno neppure i contatori dell’acqua, e di conseguenza idrolario non può neanche stimare la perdita.

Un monito importante invece sulla gestione delle tariffe dell’acqua. Già lunedì infatti, durante il consiglio provinciale, l’assessore provinciale Carlo Signorelli aveva letto una lettera inviatagli da Almerico in cui si chiedeva di non far marcia indietro sull’adeguamento delle tariffe a quanto era già stato concordato: “Se si profila una situazione potenzialmente critica dal punto di vista economico – finanziario – ha detto il presidente Almerico – è dovere del presidente e del consiglio di amministrazione far emergere agli inevitabili problemi che si creerebbero se la tariffa fosse diminuita del 7%. Si sì era parlato di rimodulazione della tariffa per alcune aziende in crisi, e si voleva andare incontro a queste situazioni, ma non ci aspettavamo una diminuzione generalizzata della tariffa.”

“Ci siamo solo permessi di dire che non dobbiamo rischiare di mettere in crisi il nostro sistema di affidamento in house – ha continuato Almerico -. Se mancassero i soldi alla società per uno sconto generalizzato dalla tariffa, poi dovrebbero essere chiamati in causa i comuni per ripianare i debiti con i soldi che intascano principalmente i cittadini, che quindi dovrebbero pagare in ogni caso.”