SUELLO – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma del Gruppo Difesa Natura Suello sul progetto del “parco solare” nell’ex cava Alpetto.
“Nelle ultime settimane abbiamo letto sui media locali questa grande notizia: l’ex Cava Alpetto diventerà un “parco solare” per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. La notizia sorprendente è che sarà Silea (società interamente pubblica, partecipata dagli 87 Comuni della Provincia di Lecco) ad acquistare l’area e a realizzare questo parco solare. (Sarebbe forse meglio chiamarlo “impianto industriale” per la produzione di energia fotovoltaica… i veri parchi, secondo noi, sono tutt’altra cosa!). Consentiteci di dire che la prima nostra reazione è stata quella di sentirci, come cittadini del territorio, “cornuti e mazziati”.
Cerchiamo di spiegare questa espressione critica, che si discosta nettamente rispetto alla generale approvazione che sembra aver ricevuto questa nuova iniziativa di Silea, anche da parte dei Comuni Soci.
Non entriamo nel merito tecnico del progetto. Anche se tutti siamo favorevoli all’implementazione di impianti industriali e civili di produzione di energie da fonti rinnovabili, citiamo solamente, senza addentrarci, alcuni aspetti critici quali: le possibili variazioni del microclima già modificato dalle pareti riflettenti della Cava e l’impatto che questa enorme opera potrebbe avere sull’ecosistema e sulla fauna, in particolare sugli uccelli rapaci e su altri animali selvatici che popolano questo territorio.
Aspettiamo comunque con interesse di conoscere le “valutazioni di impatto paesaggistico (…)” e magari anche quelle di impatto ambientale e di studio idrogeologico.
Vogliamo però ricordare che chi ha sfruttato la Miniera Alpetto – la Cementeria di Merone prima e la Holcim poi – ha scavato sulle pendici meridionali del Monte Cornizzolo per più di 60 anni lasciando una voragine, un fronte e una ferita di cava visibile da chilometri e chilometri, con pareti verticali non più rimarginabili e recuperabili e, a nostro modesto avviso, con rischi di frane e distacchi di materiale per i prossimi decenni.
Il fatto quindi sorprendente e contradditorio è che ora la Holcim, con un ottimo affare aziendale, venda il fronte di cava (dalle informazioni apprese sulla stampa sembrerebbe per un prezzo di 450.000 euro) e si sbarazzi di tutto il territorio devastato, territorio che avrebbe dovuto tenere mantenuto e sotto vigile controllo, a chi? A una Società Pubblica che rappresenta i comuni della Provincia di Lecco, cioè quello stesso territorio che ha subito a causa della cava lo scempio che tutti possiamo vedere.
Scusateci, ma dire che ci sentiamo cornuti e mazziati ci sembra il minimo.
Anziché pretendere che i responsabili del danno che vediamo risarciscano il territorio, i Comuni – tramite Silea – comprano pagando ingenti somme il fronte della ex cava e si accollano quindi anche l’onere futuro di mantenere un territorio irrimediabilmente rovinato e a rischio, sollevando la Holcim da qualsiasi futuro problema.
Due piccoli interrogativi ci sorgono poi spontanei e ci piacerebbe che fossero i Sindaci dei nostri Comuni a rispondere:
- Se la realizzazione di questo “parco solare” sarà un affare così vantaggioso, come mai non ci ha pensato la Holcim a realizzarlo in proprio?
- Si è valutato il conflitto di interessi dell’ex Presidente di Silea, che fino al 2013 era l’Amministratore delegato della Holcim e che negli ultimi anni ha guidato proprio Silea nelle trattative?
Non vorremmo che si arrivasse alla classica situazione italiana: fin quando si guadagna, guadagnano i privati, quando si perde o nascono i problemi, ci perde lo Stato. Cioè noi tutti”.