“Chiaramente Dervio” contesta il nuovo regolamento comunale e si rivolge al TAR per annullarlo
DERVIO – Il gruppo consiliare di minoranza “Chiaramente Dervio” ha presentato un ricorso al TAR della Lombardia per chiedere l’annullamento della delibera n.82 del 30 dicembre 2024, con cui è stato approvato il nuovo regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale. La decisione, resa pubblica il 25 febbraio, nasce dall’intenzione di contrastare quelle che la minoranza definisce “inaccettabili limitazioni” alla propria attività all’interno dell’assemblea pubblica.
In una nota ufficiale, il gruppo consiliare spiega le ragioni del ricorso, denunciando il rischio che il Consiglio Comunale si trasformi in una “comunicazione unilaterale” della maggioranza, con spazi di confronto sempre più ridotti. “Gli ultimi due Consigli Comunali sono stati un esplicito esempio: il primo della durata totale di 10 minuti, il secondo di mezz’ora, a testimoniare un radicale mutamento rispetto alle precedenti assemblee regolate da norme certamente più democratiche”, si legge nella comunicazione firmata dalla portavoce Luisa Ongaro.
Il ricorso al TAR comporta anche un aspetto economico non secondario. “Da una parte ci siamo noi che, come minoranza, saremo costretti ad autotassarci per sostenere le ingenti spese del ricorso, dall’altra il Comune che ha legittimamente deciso di farsi difendere da uno dei più noti studi legali di Milano, assumendo un impegno di spesa di circa 11.500€ che in pratica peserà sulle tasche di tutti i contribuenti”, prosegue il comunicato. Un divario che il gruppo consiliare descrive come “Davide contro Golia”, sottolineando le difficoltà nel far valere i propri diritti di fronte a un’amministrazione che, a loro dire, avrebbe utilizzato il proprio potere in modo sproporzionato.
“Nonostante questi argomenti non trovino purtroppo sufficiente interesse nell’opinione pubblica, riteniamo che tale vicenda meriterebbe ben altra considerazione e ci auguriamo che possa essere una seria occasione di riflessione sul tema del disequilibrio di opportunità tra chi governa e chi controlla”, conclude la nota, puntando il dito contro il sindaco Stefano Cassinelli, accusato di lamentarsi pubblicamente “di sana pianta” con chi svolge il proprio dovere istituzionale.