Tino Magni (Avs): “Il lavoro nei campi deve essere dignità, non morte”

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Il senatore lecchese ha incontrato i familiari di Satnam Singh, lasciato morire dopo un incidente sul lavoro

LECCO – “È stato un momento di grande intensità e umanità. Incontrare i familiari di Satnam Singh, il bracciante indiano abbandonato e lasciato morire dissanguato dopo un incidente sul lavoro nell’Agro Pontino nel 2023, ha riportato al centro della politica ciò che spesso viene ignorato: le vite spezzate dei lavoratori invisibili”.

Con queste parole il senatore lecchese Tino Magni (Alleanza Verdi e Sinistra) ha commentato l’incontro svoltosi oggi, nell’ambito delle attività della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro e sullo sfruttamento.

Il focus dell’incontro ha riguardato in particolare il fenomeno del caporalato in agricoltura, che coinvolge migliaia di lavoratori, spesso migranti, privati dei più elementari diritti e sottoposti a ritmi e condizioni disumane.

“Serve una svolta concreta – ha aggiunto Magni –. Oggi abbiamo ascoltato testimonianze che fanno male, ma che devono diventare azione politica. La Commissione sta lavorando per proporre misure efficaci, anche legislative, per contrastare seriamente il caporalato e garantire sicurezza, legalità e dignità nel lavoro agricolo”.

Durante l’incontro è emersa chiaramente l’assenza di tutele reali per i braccianti, in particolare stranieri, e l’urgenza di mettere in campo controlli più efficaci, strumenti di denuncia sicuri e un reale riconoscimento dei diritti nei luoghi di lavoro.

“Dobbiamo dire basta a un’agricoltura fondata sullo sfruttamento – ha concluso Magni –. Mai più morti invisibili. Mai più braccia considerate usa e getta. La dignità del lavoro passa dalla fine del silenzio su questi crimini quotidiani”.