Dialetto e memorie protagonisti con “Cuntela su”
Il volume verrà presentato da Gianfranco Scotti
DORIO – Appuntamento da non perdere sabato 26 gennaio alle 16 nel salone dell’ex scuola materna.
Gianfranco Scotti presenterà infatti “Cuntela su. Così si dice e si scrive. Piccolo dizionario doriese. Archivi di eventi, usi e costumi a Dorio”. Scritta da Roberto Pozzi e curata da Livia Mastrini, l’opera è edita dalla Stamperia Grafiche Rusconi di Bellano.
Va ad arricchire gli archivi doriesi dopo la pubblicazione di Vite in due tomi. Ovvero di “In un Baleno l’Arco delle nostre vite – Sguardi di Futuro” e “L’Arco Balenò nelle nostre vite – Sguardi e scelte”. Opere sempre a firma di Pozzi e a cura di Mastrini.
Spazio a detti, tradizioni e costumi di Dorio
L’incontro fornirà così l’occasione per dare spazio a dialetto e memorie. Il Piccolo dizionario doriese è infatti un volume che dà voce ai detti, alla tradizione e ai costumi della comunità laghèè.
“La nomenclatura dei termini narra di una quotidianietà che prende corpo nelle descrizioni dei saperi e dal luogo di eccellenza della famiglia: la casa” dicono gli organizzatori. E’ un testo quindi che dà anima e corpo alla civiltà contadina, mettendo in mostra il legame tra fede, terra e natura. Senza dimenticare di mostrare e mettere in risalto le prime contaminazioni dettate dallo sviluppo della cività globale.
Il commento di Sampietro
Sui motivi perchè questa opera abbia un senso ancora più grande rispetto al recupero e alla valorizzazione di dialetto e memorie ha ben risposto Marco Sampietro nella prefezione del volume.
“Perché è bene che anche Dorio abbia il suo piccolo Dizionario dialettale? Non è forse il suo un dialetto che appartiene alla grande famiglia del lombardo occidentale già ampiamente indagata e studiata? Ha senso, in un mondo globalizzato come il nostro, questa ennesima iniziativa per una rivalutazione dei singoli dialetti prima che scompaiano del tutto? La risposta è, a mio giudizio, affermativa. Perché pubblicare un dizionario dialettale tematico, sia pure piccolo come quello di Dorio, vuol dire raccogliere e trasporre in esso il patrimonio culturale di una intera comunità, piccola o grande che sia non ha importanza”.
Non un mero dizionario, bensì un atto di amore verso la propria terra
Scrive sempre Sampietro: “Quando si compila un dizionario, infatti, non solo si evidenziano le caratteristiche fonetiche e lessicali che differenziano quella parlata dalle altre, ma si documenta un patrimonio di esperienze di vita vissuta che appartiene alla memoria di una collettività, che la caratterizza e la identifica. Chi è ancorato alle proprie radici, chi sa apprezzare le peculiarità etnografiche e storiche del proprio paese non può esimersi dal dovere di documentare, tra le memorie avite, almeno quella del linguaggio dei propri padri,superando le inevitabili e spesso limitanti barriere campanilistiche. È un interesse affettivo, ma anche civico e scientifico. È un atto di amore verso la propria terra”.