Il nuovo piano di gestione ha l’obiettivo di risolvere le attuali criticità normative con un occhio di maggior tutela
Verrebbe anticipato il periodo di chiusura della riserva mentre i cani potrebbero tornare a passeggiare solo nella parte a sud del lago. No ai fuochi artificiali in occasione della festa patronale
MERATE – Restituire alla riserva il carattere di luogo protetto, consentendo lo svolgimento delle attività umane purché compatibili con le finalità di conservazione dell’habitat naturale. E’ questa la linea guida emersa giovedì scorso, 1° aprile, in Commissione territorio durante la presentazione del piano integrato per la gestione della riserva del lago di Sartirana. Un obiettivo importante che passa attraverso l’individuazione di norme univoche e di facile interpretazione che permettano di godere della bellezza del lago di Sartirana mantenendo e valorizzandone il carattere di riserva naturale.
Affidato alla società Idrogea, il piano è stato illustrato dalla professionista Barbara Raimondi che ha sottolineato più volte l’obiettivo di arrivare a norme univoche in grado di superare la distonia creata dall’attuale commistione di diverse normative derivanti dall’inserimento del lago di Sartirana sia nell’area protetta stabilita dalla Regione nel 1983 che nella rete natura 2000. Il percorso per l’approvazione del nuovo piano di gestione sarà ancora lungo visto che si prevede un’approvazione a doppia mandata (sia comunale che regionale) con la convocazione della seconda conferenza di Vas dopo 60 giorni dal deposito del documento sui sistemi informativi regionali.
In sostanza, il nuovo piano integrato interviene e chiarisce meglio alcune situazioni che allo stato attuale, complici anni di poco controllo e rispetto delle normative già previste (anche perché spesso in contrapposizione l’una con l’altra), apparivano confuse. Si tratta quindi ancora di ipotesi che diventeranno operative solo quando il piano verrà approvato, tanto che a ora fa fede il piano in vigore che prevede la chiusura della riserva intera dal 1° aprile al 15 giugno.
In particolar modo, con il nuovoi piano, è prevista la possibilità di accedere al lago con il cane al guinzaglio solo nel tratto iniziale di via Volta e solo dalla foce fino al Bagnolo con uscita in via Vespucci in modo da rendere fruibile anche degli amanti degli amici a quattro zampe la strada utilizzata dai bambini del Piedibus per il collegamento tra la frazione di Sartirana e quella di Cassina. “Non facciamo altro che tornare all’interpretazione istitutiva della riserva, in cui veniva prevista una fascia di rispetto antecedente a quella di riserva vera e propria, situata più a settentrione” ha chiarito Raimondi, passando poi a elencare le altre possibilità e gli altri divieti. Il periodo di chiusura della riserva (intesa quindi come la parte dalla passerella e dal Bagnolo in su) sarà anticipato al 1° marzo con chiusura sempre al 15 giugno. Il divieto di accesso riguarda anche i pescatori che, in quel periodo, potranno pescare solo nella parte sud senza accedere al canneto. Esclusa, nonostante le perplessità avanzate dal presidente Fipsas Stefano Simonetti, la possibilità di utilizzare il belly boat.
Le manifestazioni sportive dovranno sempre essere autorizzate dall’ente gestore e viene concessa la possibilità di effettuare la messa sul lago in occasione della festa patronale dei Santi Pietro e Paolo, ma vietati i fuochi artificiali.
L’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani ha aggiunto: “Abbiamo voluto mettere un po’ ordine in una situazione lasciata al buon senso, facendo chiarezza nelle norme in modo da evitare distonie. Dobbiamo lavorare su quella che è una certa consuetudine di fruizione del lago di Sartirana, ponendo anche a livello fisico barriere e cartelloni che facciano capire chiaramente e in modo intuitivo quello che si può o non si può fare”.
Raimondi ha proseguito: “Con lo studio interdisciplinare abbiamo realizzato un quadro, aggiornato al 2021, dello stato della riserva per quanto riguarda le risorse florofaunistiche e le attività antropiche vigenti. Abbiamo raccolto in maniera sistematica i dati bibliografici ed effettuato anche delle indagini speditive sul campo, provvedendo a individuare le scelte gestionali compatibili con le esigenze di conservazione della riserva”.
Ravvisata la presenza di numerose specie invasive, come nutrie e pesci siluri, su cui vige l’obbligo di eradicazione e controllo. Non solo. Bisognerà lavorare per il miglioramento delle acque, per la riduzione dell’isolamento ecosistemico, il ripristino degli habitat igrofili e fare in modo che il canneto torni in acqua in modo che possa continuare a svolger l’attività di fitodepurazione. Da reintrodurre anche le idrofite. Il tutto senza tralasciare una gestione forestale con criteri naturalistici.
Un particolare di non poco conto espresso anche in risposta alle domande dei consiglieri di Cambia Merate Roberto Perego e Alessandro Pozzi relativi ai tagli degli alberi avvenuti negli ultimi mesi. L’amministrazione comunale ha spiegato, attraverso il dipendente dell’ufficio tecnico Tommaso Mandelli, come si sia provveduto a rimuovere piante malate o pericolose per il transito lungo il sentiero su indicazioni dell’agronomo precisando che il taglio di piante sane avvenuto nel 2019 sia avvenuto all’interno di una proprietà privata. Al botta e risposta tra Perego (“Merate non ha certo brillato per manutenzione del verde in questi anni”) e Robbiani ( “Non è stata tagliato una pianta per divertimento”) sono seguite le parole di Raimondi che ha suggerito come anche il parere di un agronomo sul taglio di una pianta vada confrontato con lo status di riserva dell’area, imponendo ad esempio il taglio ma all’altezza di due metri. “E anche il privato – ha aggiunto la dottoressa – non potrà fare quello che vuole”.
Infine l’assessore Robbiani ha dato conto dei prossimi progetti per il risanamento del lago di Sartirana. “Abbiamo chiesto un finanziamento di 500mila euro alla Regione per creare un immissario artificiale che porti acqua dal sottosuolo all’interno del lago. Un intervento che faremo anche a spese nostre, qualora non dovesse arrivare il contributo regionale. Quanto al progetto di estrazione del sedime, per cui abbiamo chiesto sempre soldi al Pirellone, sarà necessario effettuare un approfondimento, non tanto sull’estrazione in sé, ma su quello che avviene dopo, ovvero il processo di asciugatura e riciclo del risultato dell’estrazione. Sarebbe infatti uno dei primi interventi in Italia di questo tipo ed è giusto che venga posta la necessaria attenzione”.