L’intervento del primo cittadino e del parroco Don Luca
“San Pietro resta in buone mani: la nostra gente ne avrà cura”
CIVATE – Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia del respingimento della candidatura del Complesso di San Pietro al Monte a Patrimonio dell’Umanità, riconoscimento conferito da UNESCO a seguito di una procedura complessa.
Da più parti sono giunte domande per meglio comprendere che cosa sia accaduto. Ad intervenire il sindaco Angelo Isella e il parroco Don Luca Civardi: “Pare opportuno richiamare l’attenzione su alcune questioni che possono aiutare a valorizzare nel modo opportuno la bellezza di questa perla del territorio lecchese”.
“La candidatura – spiegano – è stata avanzata nella forma seriale: alcune abbazie sono state scelte per sottolineare la rilevanza dell’esperienza benedettina. Il complesso monastico di san Pietro al Monte affonda le sue radici nella storia e la sua bellezza riverbera il senso stesso della Regola di san Benedetto. Anche oggi, a distanza di secoli, il complesso gode di una straordinaria vitalità, originata tanto dalla sua millenaria evoluzione quanto dal genio della Scuola del Beato Angelico, particolarmente nella figura di don Vincenzo Gatti. Dalla genialità di don Vincenzo, inoltre, è nata un’associazione che ha curato il restauro e valorizzato la conoscenza del luogo: quest’opera continua ancora oggi, coinvolgendo circa cento volontari e diverse centinaia di visitatori ogni settimana”.

“Quanto accaduto circa l’iter della candidatura non tocca in nessun modo il valore di questo luogo, soprattutto pensando al grande interesse che ogni giorno vediamo realizzarsi nelle richieste delle scuole, dei gruppi e dei visitatori provenienti anche dall’estero. Potremmo anche spingerci a fare alcune domande, senza alcun intento polemico.
Che cosa si sarebbe potuto fare in più perché l’attenzione delle istituzioni culturali incidesse in modo più significativo nella presentazione della candidatura? Chi avrebbe potuto aiutare con la sua autorevolezza a sciogliere le questioni sollevate da Icomos? L’aspetto più consolante è che a queste domande risponde la generosità della nostra gente. San Pietro è in buone mani: la nostra gente ne avrà ancora cura”.

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