Valorizzare il territorio per un turismo sostenibile
Riti, tradizioni e racconti… dalla miniera al vivere quotidiano
TREMENICO – Il giorno deciso per l’inaugurazione non è affatto casuale, si è scelto Sant’Agata per aggiungere valore a una festa della tradizione: così il museo “Cantar di Pietra” da oggi vive nel cuore di Tremenico, piccolo paesino del comune di Valvarrone.
Nel giorno dedicato ai festeggiamenti della Santa, è stata presentata nella piccola piazzetta dove ha sede il museo anche la Mappa di Comunità. Entrambi i progetti sono stati realizzati dalla Comunità montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera e dalla Provincia di Lecco (ente capofila) nell’ambito del progetto Interreg La voce della terra: canti e riti della tradizione – VoCaTe.
Alla cerimonia hanno partecipato il consigliere provinciale con deleghe al turismo Irene Alfaroli, il presidente della Comunità Montana Fabio Canepari, il sindaco di Valvarrone Luca Buzzella, il viceprefetto e commissario di Sueglio Marcella Nicoletti, oltre al sindaco di Pagnona Martino Colombo e al vicesindaco di Parlasco Dino Pomi. A don Andrea Molteni il compito di benedire la nuova struttura.
“VoCaTe ha valorizzato la ritualità tradizionale nel territorio prealpino lecchese e nel Canton Ticino per consolidare il patrimonio culturale immateriale dei territori di frontiera – ha detto Irene Alfaroli -. Un progetto che guarda al tema delle tradizioni viventi e del loro riutilizzo in termini di turismo sostenibile contribuendo in modo significativo alla rivitalizzazione dei luoghi attraverso iniziative di divulgazione e sostegno al turismo”.
Anche Canepari ha sottolineato come il progetto di creare una rete di musei possa aiutare i nostri territori in chiave turistica: “E’ fondamentale mantenere le tradizioni che abbiamo. Un ringraziamento va a tutti quelli che hanno lavorato”.
“Un museo di nuova generazione che racconta in chiave moderna la storia delle miniere di Tremenico – ha detto Buzzella -. Una storia fatta di duro lavoro e sacrifici che durano da oltre 100 anni. Il museo raccoglie anche la testimonianza delle nostre feste liturgiche, delle tradizioni e dei riti quotidiani sopravvissuti nel tempo e tipici delle culture alpine. Il museo rappresenta un ulteriore passo in avanti in quel percorso di valorizzazione e promozione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico della nostra Valvarrone. Un museo nato da un’idea, forse un sogno, dell’ex sindaco Flavio Cipelli e della sua amministrazione e che la mia amministrazione ha scelto di portare avanti. Grazie a tutti i volontari e a coloro che lo hanno reso possibile”.
Per far nascere il nuovo museo è stato ristrutturato il vecchio municipio che ospitava anche l’ufficio postale. Il costo per la parte strutturale è stato di 60.000 euro coperti da un contributo della comunità montana, mentre altri 15.000 euro sono arrivati dal Bacino Imbrifero Montano (Bim). Il costo dell’allestimento, circa 30.000 euro, è stato finanziato interamente nell’ambito del progetto Interreg.
Il museo Cantar di Pietra
Il museo è stato realizzato dalla società Sfelab di Cantù: “Si tratta di un museo con pochi oggetti perché per noi il museo è qualcosa che le persone devono portarsi a casa perciò, attraverso l’uso della tecnologia, puntiamo molto sul lato esperienziale – ha detto l’ingegner Giorgio Pagani di Sfelab -. Grazie a una guida virtuale (Pedro), che narra varia aspetti di vita quotidiana e non, il visitatore riesce a ricostruire autonomamente dei pezzi di storia che più facilmente restano impressi”.
Il tutto accompagnato da scelte architettoniche particolari e un sapiente utilizzo delle luci: “Per cercare di evidenziare i messaggi che vogliamo lanciare questi ultimi non devono essere troppo didascalici ma devono entrare nel profondo delle persone. Abbiamo cercato di rendere questo museo molto coinvolgente. I contenuti, poi, nascono da un confronto quotidiano con i volontari del museo che lo gestiranno e con tutta la comunità. I dialoghi in dialetto che si sentono sono proprio di persone di Tremenico”.
Il museo sarà il 6, 7, 8 e 9 dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 a ingresso libero. Possono accedervi otto persone per volta. Successivamente il museo sarà aperto a richiesta (e-mail: info@ecomuseodellavalvarrone.it; telefono: 0341.875040) in orari e giorni da concordare.
La mappa di comunità
Sperimentare un percorso di partecipazione della comunità nella conoscenza e nel racconto del proprio territorio. Nasce con questo scopo la Mappa di Comunità presentata da Teresa Paolicchio e Veronica Pandiani della Cooperativa Liberi Sogni onlus di Calolziocorte.
“Dare valore ai riti, alle tradizioni ma anche riconquistare affezione per il proprio territorio e far nascere il desiderio di raccontarlo e promuoverlo – hanno detto -. Si tratta di una vera e propria mappa dove i luoghi segnalati sono stati scelti con la comunità stessa. L’idea è stata quella di capire quali fossero gli aspetti del territorio ancora riconosciuti e di grande valore per i cittadini”.
Tutto è cominciato con la creazione di un questionario che è stato compilato liberamente dai cittadini: “Partendo proprio dalle risposte è cominciato il lavoro vero e proprio: interviste di approfondimento, raccolta di fotografie, leggende, narrazioni il tutto poi è confluito in questa grande rielaborazione che è la mappa. Il nostro ruolo è stato solo quello di facilitatori”.
Sempre all’interno del progetto VoCaTe nei prossimi giorni verranno presentate altre due Mappe di Comunità: Il 9 febbraio al Circolo Arci di Carenno (ore 16.45) e il 13 febbraio al Teatro San Rocco a Premana (ore 20.45).