Emozioni e tanta, tanta montagna ieri sera nelle sede lecchese dell’Uoei (Unione Operaia Escursionisti Italiani) di corso Promessi sposi dove si è alzato il sipario sul ricco calendario di appuntamenti con il quale la sezione di Lecco festeggerà il centenario di fondazione. A fare gli onori di casa, la presidentessa, Marta Duchini (video intervista) che ha introdotto la serata, presentando l’ospite: Marco Anghileri (per gli amici Butch), uomo di spicco nel mondo dell’alpinismo e dell’arrampicata e attuale vice presidente del Gruppo Gamma. A lui è spettato l’onere e l’onore di emozionare il pubblico.
E lo ha fatto ripercorrendo la sua vita alpinistica cominciando dagli albori fino a oggi. Supportato da alcuni filmati e una ricca documentazione fotografica, Butch Anghileri ha rapito il pubblico in sala, raccontando con grande coinvolgimento e passione il suo legame a doppio filo (verrebbe da dire a corda doppia) con la montagna. Titolo della sua serata, “Momenti Verticali”,“perché quando sei in montagna – ha spiegato Butch – ci sono momenti, attimi vissuti che ti rimangono dentro e li porti con te per tutta la vita”.
Il racconto di Anghileri, inizia con un salto a ritroso di 23 anni, quando aveva solo 16 anni età in cui ha cominciato a saggiare la roccia. La passione per la montagna ha fatto in fretta a fare breccia nel cuore e nell’anima del giovane alpinista. Da allora è stato un crescendo di successi, che hanno scandito la vita alpinistica di Marco, come il periodo tra il dicembre ‘96 e il marzo ’97 quando inanella una serie di ascensioni spettacolari, tra le quali la via dei Finanzieri, la via Sonia sulla IV Pala di San Lucano, la via Olimpo sulla Marmolada e la via Casarotto sulla Busazza. Il capolavoro arriva nel gennaio 2000: prima ascensione solitaria invernale della via Solleder sul Civetta. Poi altro exploit, con il concatenamento, in sole 14 ore, delle vie Vinazzer-Mesner in Marmolada, Solledder sul Civetta e lo spigolo Nord Dell’Agner.
Grande commozione quando Marco ha affrontato i periodi bui della sua vita: la perdita del fratello Giorgio e l’incidente in moto, che sembrava avergli compromesso per sempre l’attività alpinistica. Ma la forza della passione lo porta a superare le paure e a ritrovare quel rapporto intimo con la montagna. Si arriva così ai giorni nostri, con il tributo a Riccardo Cassin con la ripetizione, in una sola giornata, delle 6 vie principali del mitico alpinista: Medale, Torre Costanza, Torrione Palma, Carbonai, Sasso Cavallo e Pizzo d’Eghen. Il segreto di questa sua sviscerata passione sta tutta in quattro parole: “Piacere, divertimento, star bene e libertà, ecco cosa cerco e cosa trovo quando vado in montagna”, ha chiosato Anghileri.