Serata di grandi emozioni, nonostante la platea della sala Ticozzi non così nutrita, quella che ha avuto come protagonista Ron Fawcett, leggenda intramontabile dell’arrampicata inglese organizzata dal Gruppo Gamma.
Ieri, giovedì, il mito del free solo ha ripercorso la sua vita da climber partendo dai primi anni di arrampicata quando appena quindicenne ha compiuto la sua prima salita: la via Mulatto Muro a Malham Cove. Personaggio che non ha mai amato le luci della ribalta è comunque considerato uno dei primi climber che negli Anni ’70 si è avvicinato a questa disciplina sportiva in modo professionale, attraverso una preparazione fisica e mentale che ben si discostavano dal modo amatoriale con cui solitamente i climber di allora affrontavano le pareti.
Da maestro di scuola, divenne un pioniere della sponsorizzazione commerciale in arrampicata su roccia a tal punto che venne scelto come controfigura in alcuni film di montagna e ci fu un periodo in cui divenne addetto alla sicurezza sul set di James Bond quando era interpretato da Sean Connery.
Durante la serata di giovedì ci sono stati anche momenti di ilarità quando Fawcett ha ricordato la vacanza-avventura in Yosemite (Usa), quando aveva 17 anni. “In quel periodo pensare di poter fare un viaggio simile era impossibile soprattutto per chi come me era figlio di operai. Tuttavia racimolai del denaro facendo qualche lavoretto e decollai insieme ad amici. Dopo un primo periodo di permanenza, capimmo come potevamo mangiare senza spendere un soldo. Andavamo nei ristoranti e aspettavamo che la gente si alzasse, a quel punto ci siedevamo al loro posto consumando ciò che avevano avanzato. Il problema nacque quella volta che il tizio si alzò dal tavolo solo per andare in bagno…”.
Un altro simpatico aneddoto è legato sempre alla “sussistenza-sopravvivenza”: “Avevamo scoperto che riportando ai negozi un certo tipo di lattine provviste di un determinato timbro ci venivano rimborsati dei soldi. Fu così che con l’aiuto di una ragazza riproducemmo quel timbro e iniziammo a timbrare tutte le lattine che ci capitavano in mano, riuscendo così a sbarcare il lunario”.
Aneddoti a parte la vita sportiva di Fawcett lo ha visto protagonista di moltissime imprese in parete, una delle più memorabili è stata quella di aver compiuto 100 vie in una sola giornata. Sue anche le aperture delle vie Lord of the Flies e Strawberries, tutt’oggi considerate sfide estreme a distanza di trent’anni.
Nel 2010 la sua biografia scritta da Ed Douglas è valsa il Boardman Tasker Prize per la letteratura di montagna, mentre un anno fa Fawcett ha vinto il premio letterario l’autobiografia “Rock Athlete”, pubblicata in Italia da Versante sud con titolo “Mi chiamavano Banana fingers” per via delle sue dita grossissime.