Ospedale, i lavoratori della mensa: “Ecco cosa stiamo vivendo”

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Mirella Pellegrino e Anna Soldano, tra le mani il contratto siglato con Dussmann

LECCO – Nel giorno in cui l’azienda ospedaliera ha festeggiato l’inaugurazione della nuova gestione dalla mensa, i sindacati hanno annunciato iniziative di protesta dei lavoratori del servizio, contro le riduzioni di orari, contro i declassamenti e i trasferimenti di alcuni lavoratori dal nosocomio lecchese a quello di Merate.

Tutto questo è successo lunedì, quando è stato ufficializzato con una nota stampa il passaggio della ristorazione interna degli ospedali lecchesi al nuovo gestore, la società Dussmann Service, vincitrice dell’appalto da 43 milioni di euro per un contratto di nove anni a partire dal 3 novembre scorso.

Una vicenda delicata, rispetto alla quale sarebbe ancora in corso una trattativa sindacale, con il passaggio dalla vecchia gestione della Serist di Cinisello Balsamo alla nuova che sta creando grande amarezza nei circa sessanta lavoratori coinvolti che denunciano forti modifiche alle loro condizioni contrattuali.

Anna Soldano mostra il documento dell'INPS che attesta la sua invalidità
Anna Soldano mostra il documento dell’INPS che attesta la sua invalidità

E’ il caso di Anna Soldano e Mirella Pellegrino, due lavoratrici passate sotto le dipendenze della Dussmann con la nuova gestione, che hanno deciso di rendere pubblica la loro situazione attraverso il nostro quotidiano on line.

“Ho lavorato per ben 25 anni con Serist, l’ultimo all’ospedale Manzoni con un contratto di quinto livello per 40 ore settimanali. Con questo nuovo contratto mi sono ritrovata declassata al sesto livello e con l’orario di lavoro dimezzato a 21 ore settimanali. Come posso affrontare le spese per la casa? Vivo sola e ora dovrei arrangiarmi con mezzo stipendio? – ci spiega Anna Soldano – La cosa più grave però riguarda la mia salute: soffro di una malattia che mi impedisce certi tipi di mansioni e se dovessi farmi male il primo responsabile sarà l’ospedale che ha permesso tutto questo”.

La signora Soldano è infatti affetta da diversi disturbi, il più grave è la neuropatia periferica, una patologia che colpisce il sistema nervoso e per la quale ha subito già tre interventi (due al braccio sinistro, uno al braccio destro) e il 24 novembre dovrà tornare sotto i ferri per un’operazione al gomito sinistro.

Mi è stata riconosciuta una disabilità del 90% e proprio per questo ero stata assunta come invalida civile, tutelata dalla legge 68. Oggi non è più così e declassata di livello rischio di passare da cuoca a lavapiatti – prosegue -Mi è venuto un mancamento quando mi è stato detto che avrei dovuto firmare questo nuovo contratto e sono finita al pronto soccorso. Il medico mi ha prescritto riposo fino al 30 di dicembre con diagnosi di depressione”.

Anche la collega Mirella Pellegrino, da 17 anni all’ospedale di Lecco, si è sentita male al secondo giorno di lavoro con la nuova società:

“Il mio orario è stato ridotto da 30 a 21 ore, il mio livello contrattuale invece non è cambiato ma mi sono state affidate altre mansioni: lunedì , anziché riprendere il mio incarico di schedista, ovvero il ruolo che mi sono guadagnata in questi anni di lavoro, sono stata messa al nastro e martedì sono stata mandata a servire al self; a quel punto ho fatto notare la cosa alla mia responsabile ed è iniziato un litigio. Sono stata male e mi sono recata al pronto soccorso. Anche a me è stata diagnosticata depressione e dovrò stare a casa in malattia fino al 20 novembre”.

Rabbia e amarezza quella che le due lavoratrici hanno voluto esprimere con la loro testimonianza ed anche perplessità verso i propri rappresentanti sindacali: “Perché ci hanno fatto firmare contratti peggiori rispetto ai precedenti? Perché non è avvenuto un passaggio diretto riguardo alla nostra situazione contrattuale tra Serist e Dussman? – si chiedono le lavoratrici – e soprattutto perché solo dopo la firma di questi contratti i sindacati hanno annunciato battaglia e non prima di metterci in questa situazione?”

“Se non avessero firmato si sarebbero trovati tutti senza occupazione, poiché già licenziati da Serist a conclusione del mandato, e noi non ci sentivamo di dire loro di non firmare”. A rispondere alle domande delle lavoratrici sono Cinzia Covato e Stefania Sorrentino, sindacaliste rispettivamente della Cisl e Cgil, che insieme a Fabrizio Bonfanti della Uil seguono la situazione delle mense ospedaliere.

Il documento che attesa l'invalidità di Anna Soldano
Il documento che attesa l’invalidità di Anna Soldano

“Come sempre succede in questi casi, quando l’appalto passa ad un’altra società, i lavoratori accettano il contratto dopo di ché si cerca di migliorare la situazione trattando con la nuova azienda e le trattative con Dussmann sono in corso – spiega Covato – Nei giorni scorsi c’è stato un incontro con l’ospedale, abbiamo verificato il capitolato e denunciato la non applicazione di alcune norme contrattuali. Ad alcuni lavoratori è stato ridotto l’orario di lavoro, altri otto sono stati trasferiti da Lecco a Merate. Si è scelto di rafforzare l’ospedale Mandic e depotenziare Lecco; questo ha creato uno stress altissimo per i lavoratori che si trovano nel mezzo tra le esigenze del committente e dell’azienda incaricata del servizio”.

Per la sindacalista della Cisl, Anna Soldano è tra i lavoratori “maggiormente maltrattati a livello contrattuale”:

L'ospedale Manzoni di Lecco
L’ospedale Manzoni di Lecco

“L’azienda non può non tenere conto delle sue condizioni di salute, tanto che in un incontro le erano state garantite mansioni adeguate ma lei è giustamente arrabbiata perché è stata declassata di livello e con un orario dimezzato, questo le causerà anche ripercussioni sul piano pensionistico. Qualche passo in avanti con Dussmann è stato comunque fatto e alcuni livelli contrattuali sono stati ripristinati. Ora attendiamo un nuovo incontro con la società”.

Una vicenda “sconfortante” come l’ha definita nel suo complesso Stefania Sorrentino della Cgil: “Dussman non applica la contrattazione di secondo livello su questi lavoratori, riduce gli orari ma paradossalmente chiede ore straordinarie ai suoi dipendenti che sono disperati per le loro condizioni lavorative, visto anche l’aumento delle richieste di pasti passati da 50 a 70 al giorno. Ci è giunta addirittura voce che Dussmann potrebbe ricorrere a lavoratori interinali per sopperire al carico di lavoro. Per questo motivo abbiamo deciso di iniziare un agitazione sindacale con il blocco degli straordinari”.

I sindacati prevedono anche un presidio di protesta che potrebbe svolgersi nei prossimi giorni.

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