BERGAMO – Sono accusati di aver conseguito impropriamente fondi pubblici, truccando appalti oltre al reato di falsificazione di atti pubblici, di abuso d’ufficio e di bancarotta fraudolenta per il fallimento della Brembo Super Ski, società partecipata di cui i primi cittadini in questione erano ex amministratori: nei guai sono finiti i sindaci di Foppolo e Valleve, Giuseppe Berera e Santo Cattaneo.
Nei loro confronti i militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Bergamo hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Bergamo, dott.ssa Bianca Maria Bianchi.
Secondo l’accusa, i due amministratori avrebbero operato grazie alla complicità, a vario titolo, di una dipendente del Comune di Foppolo, della moglie di uno dei due principali indagati e di due professionisti, tutti raggiunti da misure cautelari ed interdittive.
In particolare, dalle investigazioni sarebbe emerso che il sindaco del Comune di Foppolo e il sindaco di Valleve, definito nell’ordinanza del GIP suo “braccio destro”, avrebbero falsamente rendicontato spese ed investimenti per un valore complessivo di circa 16 milioni e mezzo di euro, percependo indebitamente contributi regionali per oltre 3 milioni e 290 mila euro.
Nelle operazioni fraudolente risulterebbe coinvolta anche la moglie del sindaco di Foppolo, ritenuto il promotore del sodalizio, destinataria della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nel corso delle indagini contabili sarebbe poi stato scoperto un trasferimento di circa 700.000 euro dalla Brembo Super Ski, in seguito fallita, in favore di una società di Hong Kong, giustificata da una presunta attività di ricerca di investitori asiatici, con la particolarità che l’intera operazione con la quale sono stati distratti fondi in danno dei creditori, sarebbe stata occultata attraverso una serie di artifici contabili, finalizzati a mascherarne la reale natura.
Sotto la lente degli investigatori è finita anche la gara bandita dal Comune di Foppolo per il riposizionamento di una telecabina 12 posti sul nuovo tracciato “Ronchi-Montebello”, oggetto di incendio doloso nel corso del mese di luglio 2016.
Le indagini avrebbero fatto emergere un importante quadro indiziario che lascia agli inquirenti ipotizzare un accordo collusivo tra il sindaco, responsabile unico del procedimento e un imprenditore bresciano, aggiudicatario ed unico partecipante alla gara.
In tale contesto sarebbe emerso anche il coinvolgimento attivo di un’impiegata comunale, incaricata di istruire la procedura e di curare direttamente la predisposizione degli atti amministrativi propedeutici all’affidamento dei lavori.
La donna è stata destinataria del provvedimento di sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio. Anche un altro appalto sarebbe risultato pilotato, quello riguardante il conferimento della direzione dei lavori ed il coordinamento della sicurezza sul cantiere della telecabina incendiata.
In questo caso, spiegano gli inquirenti, risulterebbe accertato un accordo collusivo tra il sindaco di Foppolo e l’unico ingegnere partecipante, nonché aggiudicatario del bando, che avrebbe operato in concorso con il fratello.
Entrambi i professionisti sono stati destinatari del provvedimento di sospensione temporanea dall’esercizio della professione nei confronti di pubbliche amministrazioni.
Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti sono state effettuate dai finanzieri e dai carabinieri una serie di perquisizioni domiciliari presso le abitazioni degli indagati, i quali adesso dovranno rispondere delle pesanti accuse raccolte dagli inquirenti.