Passaggio di testimone tra il dott. Tavola e il dott. Alongi in Anestesia e Rianimazione
La carenza di anestesisti rallenta l’attività ospedaliera. Banditi i concorsi ma pochi partecipano
LECCO – Entrerà in servizio ad agosto ma è stato già accolto in questi giorni in ospedale il dott. Salvatore Alongi, nuovo primario dell’unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell’ASST di Lecco. Succede a Mario Tavola che ha diretto la struttura negli ultimi sette anni e in pensione dal mese di aprile, pur continuando nell’attività di ricerca epidemiologica presso l’istituto Mario Negri.
“Il dott. Alongi sarà un pilastro fondamentale per l’attività della nostra azienda ospedaliera” è il benvenuto del direttore generale Paolo Favini.
Il nuovo primario arriva dal Policlinico di Milano dove era responsabile dell’unità di emergenza e urgenza rianimatoria: “Lecco ha un ospedale di grande livello così come il Policlinico – ha rimarcato il dott. Alongi – la mia formazione spazia dalla terapia intensiva all’attività in sala operatoria e nei trapianti, con un focus importante riguardante l’attività di urgenza. Spero di poter dare seguito al lavoro svolto in questi anni dal dott. Tavola”.
Decisamente strategica per l’ospedale quella di Anestesia e Rianimazione, che gestisce il reparto di rianimazione generale e fornisce assistenza anestesiologica per l’attività chirurgica e per le emergenze cliniche di tutti i reparti dell’ospedale. A complicare le cose è la carenza di personale: sono quattordici i posti vacanti in reparto su un organico che idealmente dovrebbe contare una cinquantina di anestesisti.
“Benvenuto a bordo, in un momento difficile – è intervenuto Vito Corrao, direttore sanitario salutando il nuovo primario – purtroppo la vera emergenza nel nostro Paese è proprio la mancanza di medici e tra questi la più critica è certamente quella di anestesisti e rianimatori, la cui carenza rallenta in maniera importantissima la risposta chirurgica”.
L’azienda ospedaliera ha già bandito dei concorsi ma “c’è l’assoluta mancanza di candidati – ha sottolineato il dg Favini – anche le borse di studio nell’ambito dell’urgenza vanno per la metà deserte, questo perché il pronto soccorso è un reparto che scoraggia, per turni e fatica. Si stima un gap di 3-4 anni prima di poter colmare queste lacune, nel frattempo stiamo organizzando le risorse disponibili per cercare di smaltire le liste di attesa e dare una risposta, in primis, ai pazienti che attendono interventi in fascia A oncologica e quelli non procrastinabili”.