Di lui ci si ricorda solo il 6 dicembre, quando la città lo festeggia. Per il resto dell’anno, rimane solo soletto con i piedi a mollo nel lago, tra l’indifferenza dei più e l’attenzione di qualche turista incuriosito . A fargli compagnia gabbiani, piccioni e corvi, disinvolti nel posarsi sulla sua testa e sul braccio teso verso la città di Lecco. E la task force avicola sembra men che meno imbarazzata quando lascia sulla statua bronzea lo sgradito ricordo prima di spiccare il volo. “Natura premit”, dirà qualcuno, e così il nostro San Nicolò, perchè se non l’avevate capito è di lui che stiamo parlando, si ritrova a fare anche la parte del collega San Francesco tanto legato al mondo animale.
Ovviamente il risultato delle ripetute visite delle “delegazioni” di gabbiani, piccioni e corvi è uno strato di guano che ricopre la statua del povero Santo. Una visione non certo piacevole per coloro che si fermano anche solo a scattare una foto ricordo.
Ora, capire come e se sia possibile intervenire per ovviare al problema è compito che lasciamo agli addetti ai lavori (che ci auguriamo intervengano). Quel che è certo è che il nostro patrono coi piedi nell’acqua e la testa… ormai si sa, in quelle condizioni fa davvero pena.