Giovedì 4 dicembre l’Associazione Bovara ha riunito in Officina Badoni esperti e rappresentanti del sodalizio elvetico-milanese
LECCO – L’anniversario dei 150 anni della Società Svizzera di Beneficenza di Milano ha offerto l’occasione per un confronto pubblico sul ruolo svolto dallo storico sodalizio elvetico nel sostegno ai connazionali in difficoltà. Un tema che, attraverso testimonianze e documenti, ha riportato alla luce una rete di solidarietà costruita nell’arco di oltre un secolo e mezzo grazie all’impegno di imprenditori, famiglie e istituzioni.
Solo in un secondo momento, nel corso dell’incontro tenutosi giovedì 4 dicembre in Officina Badoni, è stato presentato il volume che ricostruisce la lunga attività della Società, definito “snello ed elegantissimo nella grafica” e distribuito con libere offerte interamente devolute al progetto di restauro della Diga del Paradone. A introdurre la serata sono stati Pietro Dettamanti, presidente dell’Associazione Giuseppe Bovara – Archivi di Lecco e della Provincia, e Carlo Brivio per Officina Gerenzone aps.
La ricostruzione storica è stata affidata a Paola Rauzi, curatrice del volume, che ha dialogato con l’attuale presidente Alberto Fossati e con due rappresentanti dell’Associazione Bovara. È emersa una vicenda articolata: la Società di Beneficenza Svizzera di Milano nacque nel 1875 per fornire un primo aiuto ai cittadini svizzeri giunti nella capitale lombarda in cerca di lavoro. Molti vivevano situazioni di disagio, talvolta ai margini della sussistenza, e il sodalizio interveniva per sostenerli fino al raggiungimento dell’autonomia tramite l’inserimento lavorativo.
Le attività erano rese possibili grazie al contributo di numerosi sostenitori, prevalentemente appartenenti all’alta borghesia industriale svizzera attiva a Milano. Nel corso della serata sono state ricordate figure legate anche al territorio lecchese, come Alberto Keller (1800-1874), fondatore a Mandello del Lario di un innovativo stabilimento serico con ambienti di lavoro spaziosi e aerati, in netto contrasto con le officine metallurgiche spesso buie e insalubri della zona.
Particolare la vicenda di Teodoro Müller (1842-1923), imprenditore nel settore serico assieme al socio e amico Giovanni Cramer. Nel 1876 rilevò a Germanedo di Lecco il complesso ex Paleari, composto da due stabilimenti: quello a valle, oggi sede dell’Airoldi e Muzzi, e quello più a monte, immerso nel contesto boschivo ai piedi della Rovinata. Müller instaurò con il paese un legame profondo, dotandolo di infrastrutture e aprendo nello stabilimento “superiore” un asilo per i figli delle operaie e una scuola che accoglieva gratuitamente ragazze orfane o povere. A queste offriva istruzione e formazione nel mestiere di filandiera, anticipando il concetto di “alternanza scuola-lavoro”.
Pur essendo di fede evangelica, Müller scelse di rispettare la sensibilità religiosa locale affidando la direzione della scuola alle Suore della Carità e costruendo una cappella cattolica adiacente allo stabilimento, servita da un cappellano sostenuto dall’azienda. Alla sua morte, avvenuta a Milano, volle essere sepolto a Germanedo, dove l’intera comunità e le autorità civili e religiose parteciparono al funerale in segno di riconoscenza.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL









































