Teatro della Società. Dopo 8 anni di lavori si riapre il sipario: “Che meraviglia!”

Tempo di lettura: 5 minuti

Il gioiello riportato agli antichi splendori. Grande concerto dell’Orchestra Sinfonica di Milano per l’inaugurazione

“Aprire il teatro oggi significa suscitare uno spirito libero e critico, fondamento di una comunità forte, democratica, solidale”

LECCO – Un lungo applauso ha salutato la riapertura di un Teatro della Società tornato agli antichi splendori dopo 8 lunghissimi anni di lavori. Una riapertura attesa da tutti i lecchesi. “Che meraviglia!” Il discorso del sindaco Mauro Gattinoni è cominciato con questa esclamazione di stupore.

“Benvenuti a teatro, benvenuti al Teatro della Società di Lecco. Che meraviglia è anche l’esclamazione che ho sentito da tutti voi una volta varcata la soglia d’ingresso – ha continuato il sindaco -. Un teatro così non si era mai visto prima. Lo abbiamo riportato a come lo vollero gli imprenditori lecchesi di 200 anni fa, nel 1944, quando costituirono la società per creare un teatro. Questo teatro ha vissuto il Risorgimento, le Guerre Mondiali, un teatro che visto cambiare il volto di lecco nel periodo del boom economico quando ha anche rischiato di essere abbattuto per allargare la strada e la piazza ma, fortunatamente, un grande sollevamento sociale lo salvò”.

Un teatro rifatto da cima a fondo, è stata recuperata la volta fatta in amianto con l’opera d’arte di Orlando Sora, sono stati rifatti e messi a norma tutti gli impianti, sono stati rifatti tutti i velluti, le poltroncine, i palchi, la platea. Ora c’è una nuova, imponente e invisibile macchina scenica. Un investimento di 6,5 milioni (700.000 da fondi regionali).

“Dopo tanto lavoro siamo qui e questo giorno è già inciso nella storia della nostra città. Abbiamo mantenuto la promessa di restituire il teatro ai lecchesi grazie a un grande gioco di squadra – ha detto il sindaco cogliendo l’occasione per ringraziare, uno per uno, tutte le persone coinvolte -. Il più grande ringraziamento, permettetemelo, va a Maria Sacchi (assessore ai Lavori Pubblici, ndr): hai messo anima e cuore, non hai mai mollato davanti agli imprevisti. Oggi non puoi essere qui come avresti voluto e come ti saresti meritata”.

Eufrasio Anghileri

Al di là della struttura si è cercato di costruire anche un modello di gestione innovativa: la Fondazione Tearte Lecco, un soggetto autonomo, strumento fondamentale per aggregare risorse economiche e formulare proposte culturali: “Il comune consegnerà alla fondazione la gestione del teatro che, quindi, torna ad essere a tutti gli effetti della società, perché la fondazione è aperta al contributo generoso di tutti. Il comune continuerà a sostenere Tearte con 1,2 milioni ogni anno, ma se vogliamo fare un ulteriore salto di qualità al comune serve il contributo di tutta la società”.

“Da sindaco mi sono chiesto quale fosse il senso vero di investire così tante risorse su questo teatro. Se pensiamo cosa accade qui dentro, ogni volta, è quasi un miracolo. Questa scatola magica è davvero uno scrigno delle meraviglie, ma l’arte ci pone delle domande, ci mette in discussione attraverso la forza delle emozioni e ci trasforma davvero. Quando, stasera, usciremo da questo teatro saremo un po’ diversi da come siamo entrati. L’arte interroga in maniera imprevedibile e moltiplica la possibilità di risposte. L’arte ci aiuta a riflettere e invita alla consapevolezza, apre orizzonti alla libertà, a nuove forme di espressione, di pensiero, di critica e autocritica. La storia ci insegna che quando si chiudono i teatri è il momento in cui le cose cominciano ad andare peggio. I regimi temono la cultura perché la cultura è libertà vera messa in mano a tutti i cittadini. Ecco la risposta: da sindaco credo che la cultura è cittadinanza, da sindaco apri un teatro se scommetti sul futuro e credi nel valore di ogni persona, nel potenziale di ogni cittadino. Aprire il teatro oggi significa suscitare uno spirito libero e critico, fondamento di una comunità forte, democratica, solidale”.

Maria Sacchi, assessore ai lavori pubblici del comune di Lecco, assente per motivi di salute, ha potuto portare i suoi saluti solo attraverso un messaggio: “Questo teatro è molto più di un edificio, è un seme prezioso lasciato alla nostra comunità. Un seme che, con la cura di tutti, deve continuare a crescere e fiorire portando con sé bellezza, cultura e nuove opportunità di incontro. Oggi guardiamo al futuro con fiducia”.

Sul palco sono saliti l’assessore alla cultura Simona Piazza e l’assessore all’attrattività territoriale Giovanni Cattaneo che sono entrati nel merito dei dieci giorni di eventi culturali aperti a tutti i cittadini che vogliono essere il preludio per la prossima stagione culturale 2026.

Eufrasio Anghileri, presidente di Fondazione Tearte, ha sottolineato l’importanza di questa giornata per Lecco e tutta la cittadinanza: “Questo teatro torna a vivere in tutta la sua bellezza. Nella proposta culturale abbiamo dato attenzione particolare ai giovani, anche nel prezzo dei biglietti, perché abbiamo un’università che ospita duemila studenti e in questo spazio la mente può aprirsi e crescere. Grazie a tutti per la fiducia perché abbiamo ricevuto generose donazioni che, unendosi al contributo pubblico, ci consentiranno di proporre serate di qualità. L’augurio è che la cittadinanza reagisca numerosa”.

Un lungo applauso ha accompagnato l’apertura del sipario da parte del sindaco Mauro Gattinoni e il presidente di Tearte Eufrasio Anghileri che hanno svelato l’Orchestra Sinfonica di Milano, diretta da Emmanuel Tjeknavorian, che ha relato momenti di pura emozione, a partire dall’Inno di Mameli, per un evento tanto importante per la città e per tutti i lecchesi.