“Mat e famat”, anteprima a Rovagnate per il nuovo disco dei Luf

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ROVAGNATE – Si intitola “Mat e Famat” il nuovo disco dei Luf, in uscita a fine maggio; il nuovo lavoro in studio della band guidata da Dario Canossi arriva a tre anni di distanza dal precedente “Flel” e a un anno dalla rilettura in chiave folk delle canzoni di Francesco Guccini. Alcuni dei nuovi brani sono stati presentati in anteprima durante il concerto che il gruppo ha tenuto sabato 27 aprile alla Festa Patronale di Rovagnate.

Un folk trascinante, dei testi mai banali e l’uso del dialetto camuno insieme all’italiano: sono questi i tre ingredienti che stanno alla base del successo dei Luf, un “collettivo di buone speranze” – come si definivano agli esordi – che anno dopo anno, concerto dopo concerto e disco dopo disco si è guadagnato un ruolo di primo piano all’interno della canzone d’autore italiana. Nati una decina di anni fa da un’idea di Dario Canossi, i Luf hanno presentato sabato sera in anteprima alcuni brani che andranno a comporre “Mat e famat”, il nuovo lavoro discografico in uscita a fine maggio.

In totale sono state otto le nuove canzoni che i Luf hanno inserito nella scaletta proposta durante il concerto che si è tenuto, nonostante la pioggia quasi incessante, presso l’oratorio di Rovagnate in occasione della Festa patronale di S. Giorgio. Ad aprire le danze ci ha pensato una rilettura con testo in camuno di “American Land”, canzone scritta originariamente da Bruce Springsteen nel 2006: dopo il passaggio in Val Camonica, il brano è diventato “Al de legn” e come ha scritto durante le registrazioni del disco il leader del gruppo, Dario Canossi, “che il Boss ci perdoni per lo scempio!”. Tra gli altri titoli proposti in anteprima, “Quando la notte piange”, “Anche tu”, “Vecchio lupo”, la title-track “Mat e famat” (“significa semplicemente “matto e affamato”, un po’ come noi e voi”, ha scherzato dal palco Dario Canossi), “Camionisti” (“dedicata a noi musicisti – ha proseguito Canossi – che siamo sempre in giro da un palco all’altro”) e “Barbos barbel barbù” (“la storia di un disertore avvenuta per davvero al mio paese durante il fascismo”, ha ricordato il cantante e autore del brano). Una menzione particolare va infine al brano “Ballata per Vik”, che come ha precisato ancora Canossi nell’introduzione “è dedicata a Vittorio Arrigoni ed è stata  scritta da noi Luf insieme a sua mamma”.

Nel concerto di Rovagnate i Luf hanno quindi alternato canzoni del nuovo disco con brani più conosciuti, entrati ormai di diritto tra i “classici” del repertorio del gruppo: canzoni come “Paradis del diaol”, “Africa”, “I Luf”, “Flel”, “Vento” e “Vivi la vita ballando” hanno fatto cantare e ballare tutti i presenti, così come non sono mancati i momenti di riflessione durante l’intensa ballata “Fiore amore disertore” e i brani contro la mafia “Vorrei”, dedicato a Peppino Impastato e sua madre Felicia, e “Angeli di neve”, scritto invece per ricordare gli agenti della scorta di Falcone e Borsellino. Canzoni, quelle dei Luf, che raccontano con parole semplici – ma mai banali – storie quotidiane e importanti, che sanno conquistare l’attenzione dei numerosi ascoltatori grazie a un ritmo e una carica folk davvero trascinante.

Se questa è stata soltanto l’anteprima, non resta che aspettare fiduciosi l’uscita del nuovo album, nella convinzione che ogni nuova canzone dei Luf, come quelle già scritte e cantate nei dischi precedenti, avrà sempre un motivo per far sorridere, piangere, emozionare e, perché no, anche riflettere ogni ascoltatore “matto e affamato” di buona musica.

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