Vizio, piacere, tradizione, per qualcuno persino energetico e toccasana. C’è chi se lo fa al mattino, chi al pomeriggio, chi alla sera, qualcuno lo azzarda pure prima di andare a dormire. La stragrande maggioranza quotidianamente fa filotto: mattino, pomeriggio e sera e non una sola volta!
“Ah che bellu ccafè” cantava Fabrizio de Andrè, per promuoverlo, c’è chi ha deciso di girare persino lo spot in paradiso, qualcun altro è andato ben oltre arrivando ad affiancare alla star cinematografica addirittura il creatore (chissà cos’avrà voluto di cachet!).
Caffè a casa, ma caffè anche e soprattutto al bar dove da qualche tempo il costo della “tazzulella”, come la chiamano i napoletani, è aumentato. Ora per godersela non servono più i centesimi – 90 nella maggior parte dei bar – bensì l’euro tondo tondo. Come spesso capita di fronte agli aumenti c’è chi “almeno non si sta a giocare con gli spiccioli” e chi invece “pagare quasi duemila delle vecchie lire per un caffè è un po’ troppo”. Punti di vista direbbe qualcuno, punti di “portafoglio” direbbero altri. Va da sè che l’aumento c’è stato e consistente, come segnalato anche dell’Istat che indica come il prezzo sia salito a maggio del 2% su base mensile e del 9,7% su base annua.
Tuttavia per gli abituè è davvero difficile dire di no al caffè al bar, micro relax e godimento per il palato. Così tra un caffè e l’altro abbiamo fatto un tour per i locali della città cercando di capire chi e perchè ha aumentato il prezzo della “tazzulella”.
Al centralissimo bar Frigerio di piazza XX Settembre, il caffè al banco costa 1 euro, il titolare Patrizio Todeschini spiega: “E’ aumentato il costo della vita in generale ed è aumentato anche il caffè. Sono aumentate tutte le materie prime in modo sensibile, in media negli ultimi due anni c’è stato un incremento del 40% circa”.
Stesso prezzo a Il caffè di piazza Cermenati: “Eravamo fermi sul prezzo di 90 centesimi da anni – motivano i titolari Marco e Ilenia – così dopo il restyling del locale di qualche mesa fa e l’aumento del costo delle materie prime abbiamo deciso di effettuare un adeguemento anche sul costo del caffè. Un ritocco che, fortunatamente, non ha inciso sulle vendite. Del resto aumenta tutto, basti pensare che quattro anni fa la vecchia Amministrazione comunale aveva quasi raddoppiato la tassa di occupazione del suolo pubblico, cifre che se sommate a tutto il resto fanno lievitare di molto i costi di gestione di un’attività come la nostra. Aumenti che poi inevitabilemente si ripercuotono anche sui prezzi di vendita”.
Al Vani’s bar di via Carlo Porta dove si paga 1 euro, aggiungono: “Abbiamo avuto due aumenti di zucchero dall’inizio anno, senza contare gli aumenti globali come la benzina, che fa salire il costo di tutto. Quindi siamo stati costretti a portare il prezzo del caffè a un euro”.
Anche al Los Amigos caffè di via Ghislanzoni si paga 1 euro: “In Italia aumenta sempre tutto. Per esempio è aumentato anche il gingseng. Abbiamo dovuto aumentare il caffè perché non ci stavamo con i costi…e poi c’è la burocrazia che mette il bastone fra le ruote e non ci lascia lavorare”.
Invariato invece il costo del caffè al King Pub di via Torri Tarelli, dove la tazzina si paga ancora 90 centesimi: “Non abbiamo aumentato il caffè perché la gente ha sempre meno soldi in tasca – spiegano – e ci sembra sbagliato alzare, seppur di poco, il costo del caffè”.
90 centesimi si paga anche al Caffè-Moderna di viale Dante Alighieri: “Teniamo invariato il costo del caffè perché abbiamo aperto da poco, ma a causa degli aumenti probabilmente in seguito anche noi fisseremo il prezzo a un euro”.
Stesso prezzo anche al Bar Makia di corso Bergamo dove spiegano: “Noi lasciamo invariato il prezzo del caffè perché non ne facciamo tantissimi, ma vogliamo comunque incentivare i clienti a prenderlo, nonostante gli aumenti che abbiamo avuto”.
Mosca bianca, è il caso di dirlo, il bar della stazione dove un caffè lo si paga solo 75 centesimi: “Lo abbiamo aumentato di 5 centesimi rispetto a poco fa, quando lo facevamo pagare 70 centesimi. La maggiorazione è dovuta al fatto che è aumentato l’affitto e con il prezzo di prima non ce la facevamo più a coprire le spese”.
Anche al caffè bohémien Il Varco di via Azzone Visconti, nessun aumento, dove Marta e Chiara spiegano: “Noi siamo fuori dal giro delle marche tradizionali del caffè perchè utilizziamo un prodotto equosolidale quindi non subiamo gli aumenti che subiscono gli altri. Da noi il costo della tazzina è rimasto e rimarrà fermo a 90 centesimi”.
Luca Teti, titolare di una delle principali aziende che distribuiscono caffè nei locali della città, motiva così l’aumento della “tazzina di caffè”: “Le materie prime hanno superato il 50% di aumento, per cui l’innalzamento dei prezzo del caffè nei bar è ancora percentualmente basso. Bisogna dire però che 1 euro è un prezzo ragionevole. I consumatori devono pretendere miscele di qualità: se il caffè viene fatto con miscele di basso costo, dovrebbe essere pagato molto meno, va premiato il bar che utilizza un buon caffè. I processi dal chicco alla bevanda sono molteplici: fazenda – broker – importatore – grossista – torrefattore – bar. Ogni tanto tra il torrefattore e il bar c’è il supermercato che fa lievitare il prezzo. Alcune grosse aziende invece hanno passaggi in meno e quindi i prezzi restano più contenuti”.
La “tazzulella”: sempre più cara…