Bollette luce, a ottobre Lecco si conferma la provincia meno cara della Lombardia dopo Milano

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Bolletta Luce
(Image by Frauke Riether from Pixabay)

Ad ottobre 2025 la provincia di Lecco si conferma la provincia lombarda in cui, dopo Milano, si spende mediamente meno per le bollette della luce su base annua. È quanto emerge dai dati disponibili sul portale Facile.it che, attraverso il proprio Osservatorio Luce e Gas, confronta costi e consumi delle famiglie della Lombardia. I dati, si legge, “sono elaborati a partire da preventivi reali effettuati sul portale in un periodo rappresentativo” mentre le medie consumo sono stime formulate a scopo informativo, e possono risentire di svariati fattori, dal profilo di consumo all’area geografica di pertinenza.

Lecco sotto la media nazionale per i costi dell’elettricità

Prendendo in considerazione i due parametri della rilevazione (il consumo di energia e la spesa relativa), Lecco è una delle zone in cui si registrano valori inferiori alla media, sia regionale che nazionale.

Il consumo medio annuo per nucleo familiare si attesta sui 1.794 KWh (solo Pavia e Sondrio fanno registrare un dato più basso), mentre a livello regionale risulta leggermente più alto (1.800 KWh). Per quanto riguarda i costi, la media della provincia lecchese è di 857 € l’anno per famiglia: anche in tal caso è meno della media della Lombardia (878 €). I dati inerenti Lecco non si discostano particolarmente dalle medie nazionali: il consumo annuo (1.794 KWh) coincide, mentre la spesa (912 €) è più bassa.

A completare il podio è Bergamo: 865 € di spesa all’anno per una singola famiglia a fronte di un dispendio energetico stimato di 1.794 KWh. Maglia nera per Mantova, unica provincia in cui le spese superano quota mille euro su base annua (1.015 €), così come i consumi, i più alti della regione (2.034 KWh).

Luce giù ma gas su: a Lecco consumi e costi elevati

Diverso, invece, lo scenario relativo al gas; Lecco è una delle province lombarde in cui il consumo è più elevato (1.425 Smc contro i 1.390 Smc di media della regione) per una spesa annua che si aggira attorno ai 1.353€ all’anno per famiglia (la media regionale è di 1.128€). Curiosamente, è Milano la provincia con i consumi più contenuti (792 Smc) e la spesa annua più bassa (889 €). Inoltre, è l’unica zona geografica della Lombardia ad approssimarsi alle medie nazionali (840 Smc di consumo e 1.016€ di spesa annua).

I dati sulla produzione di energia elettrica della provincia: buono l’apporto delle rinnovabili

In termini di produzione, la provincia di Lecco è il fanalino di coda della Regione (un dato tutt’altro che sorprendente, considerando come sia la terzultima per popolazione residente ed estensione territoriale). Stando ai dati pubblicati dal Gruppo Terna nel Rapporto sulle Statistiche regionali, nel 2023 l’energia elettrica prodotta ha raggiunto una quota (netta) pari a 312,5 GWh. La quota rappresentata dalle fonti rinnovabili va oltre la metà del totale; nel complesso, infatti, la produzione rinnovabile della provincia è stata di 177 GWh, così suddivisi: 53,6 GWh provenienti dal comparto idroelettrico, 81,4 GWh dal fotovoltaico e 41,9 GWh dalle bioenergie.

Lecco vanta quindi un buon rendimento per quanto riguarda lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili e lo stesso può dirsi in merito alla potenza efficiente degli impianti di produzione di energia elettrica; il dato netto (170 MW) include il significativo contributo delle rinnovabili (147 MW). Ciò vuol dire, tradotto in parole povere, che le infrastrutture lecchesi sono molto efficienti, anche grazie all’impiego di una quota considerevole di fonti energetiche rinnovabili (FER), che formano un mix più equilibrato rispetto ad altre province della Lombardia.

Dalle elaborazioni statistiche di settore, emerge quindi il ruolo delle FER quale fattore in grado di favorire non solo la riduzione delle emissioni inquinanti e dell’impatto ambientale, ma anche di incidere positivamente sui costi a carico delle famiglie.

A livello locale, così come in ambito nazionale, avranno un ruolo sempre più rilevante nelle economie del mercato energetico. Non è certamente un caso se lo sviluppo delle rinnovabili è un tema sempre più dibattuto, ormai centrale nel dialogo tra gli attori coinvolti nella produzione e nella distribuzione dell’energia elettrica. La diffusione dei piani energetici regionali, lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili sono solo alcuni dei ‘segnali’ di un cambiamento lento ma costante, che coinvolge direttamente anche i consumatori.

Questi ultimi, infatti, hanno a disposizione un ventaglio di opzioni sempre più ampio per la propria fornitura di energia elettrica. A ciò ha contribuito anche l’ingresso sul mercato italiano di Reset Energia, un operatore che si è fatto promotore di un approccio innovativo, plasmato dalle istanze del mercato. L’azienda fa parte di un gruppo industriale indipendente – già presente nel settore delle forniture energetiche da anni – e offre ai clienti privati la possibilità di scegliere un servizio di fornitura in abbonamento a fronte di un canone mensile fisso legato ad una fascia di consumo. L’importo mensile è ‘tutto incluso’, poiché comprende non solo la quota consumi (fino alla soglia massima della fascia prescelta) ma anche imposte, IVA e oneri accessori. Ulteriori dettagli sono disponibili sul portale del fornitore (consultabile all’indirizzo https://resetenergia.it). Reset, inoltre, distribuisce energia elettrica pulita, 100% green, in quanto prodotta da fonti rinnovabili certificate con il meccanismo di annullamento delle Garanzie d’Origine (GO).

Queste consentono al fornitore di attestare l’origine rinnovabile del vettore energetico, cioè la fonte utilizzata per produrre l’energia elettrica venduta al cliente finale. In Italia i fornitori non sono obbligati ad includere una quota minima di GO nel proprio mix energetico ma, prevedibilmente, in futuro le Garanzie d’Origine avranno un’incidenza crescente sulle quote di energia elettrica venduta agli utenti domestici. E non potrebbe essere altrimenti, dal momento che l’intero settore – seppur in ritardo rispetto agli obiettivi nazionali e comunitari – si muove ormai da tempo in direzione di una profonda transizione energetica: sviluppare le fonti rinnovabili per rimpiazzare i combustibili fossili al fine di diversificare maggiormente il mix energetico (che ad oggi pende ancora molto dalla parte del gas naturale) e consentire un abbattimento dei costi di produzione e dei prezzi al dettaglio. Tale obiettivo sarà perseguibile tanto con interventi strutturali quanto mediante iniziative di rilevanza locale come, ad esempio, favorire la realizzazione di nuovi impianti fotovoltaici o sistemi di accumulo e agevolare le opere di efficientamento energetico (senza tralasciare le ‘buone pratiche’ sul corretto uso dell’energia e la riduzione degli sprechi).