L’allarme di Coldiretti Como-Lecco: “Agricoltori e automobilisti ostaggio dei cinghiali”

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La Coldiretti interprovinciale chiede misure risolutive immediate

“Il problema selvatici è fuori controllo. Denunciare danni e incidenti”

LECCO – “L’ennesimo incidente sulla Statale 36, provocato da un branco di cinghiali in attraversamento, è solo l’ultimo segnale di una situazione ormai fuori controllo: è andata bene, poteva trasformarsi in tragedia”. Coldiretti Como Lecco, attraverso il presidente Fortunato Trezzi, interviene con decisione dopo l’episodio avvenuto alle porte di Lecco – un branco di oltre sei cinghiali hanno invaso l’arteria trafficatissima, causando la distruzione di un’Alfa Romeo bianca – evidenziando come l’accaduto sia l’ulteriore esempio di un problema strutturale che riguarda tutto il territorio delle province di Como e Lecco – dalla Valsassina, alla Brianza, al Porlezzese, alle zone collinari, alle pianure – tra danni enormi all’agricoltura e sicurezza stradale seriamente compromessa.

“Il problema della fauna selvatica nelle province di Como e Lecco ha ormai raggiunto livelli insostenibili, sia per i danni devastanti alle coltivazioni, sia per il pericolo costante sulle strade – denuncia Coldiretti Como Lecco – e negli anni, la situazione non ha fatto altro che in modo drammatico, trasformandosi in un vero e proprio flagello per le nostre campagne e per la sicurezza pubblica”.

I dati fotografano solo una parte del problema: molti incidenti con fauna selvatica non vengono denunciati dagli automobilisti, consapevoli dell’estrema difficoltà di ottenere un risarcimento; allo stesso modo, numerosi danni in agricoltura non vengono più segnalati, per sfiducia o rassegnazione di fronte a procedure complesse e indennizzi che coprono solo una minima parte del valore reale del danno.

“Gli agricoltori sono stremati: ogni giorno devono fare i conti con invasioni di cinghiali, cervi e altri ungulati che distruggono raccolti, devastano vigneti, rovinano prati, pascoli, frutteti e muretti a secco. Intere aziende rischiano di chiudere; intere aree agricole sono lasciate in balia del degrado perché ormai insostenibili da coltivare”.

“Non possiamo più sottovalutare neppure l’emergenza sicurezza – aggiunge Rodolfo Mazzucotelli, direttore della Coldiretti interprovinciale -. Gli incidenti causati da animali selvatici, soprattutto nelle ore notturne, sono sempre più frequenti e mettono a rischio non solo gli agricoltori, ma tutti i cittadini che percorrono le nostre strade. Le nostre arterie, già critiche per traffico e conformazione, sono diventate una sorta di roulette russa, a causa di branchi che si spostano senza controllo. L’episodio sulla Statale 36 dimostra in modo plastico che non si tratta di casi isolati, ma di un fenomeno diffuso che interessa anche le principali vie di collegamento verso Milano e le aree turistiche del lago e della montagna”.

“Coldiretti – ricordano Trezzi e Mazzucotelli – anche negli ultimi mesi ha più volte sollecitato le istituzioni competenti. Oggi non è più rinviabile il nuovo censimento della fauna selvatica, perché la popolazione di cinghiali e altri ungulati è chiaramente fuori controllo. Ma sono necessari anche interventi straordinari di prelievo e una revisione urgente dei piani faunistico-venatori, per riportare equilibrio sul territorio. Altresì si rende opportuna una semplificazione radicale delle procedure di risarcimento per le imprese agricole e inclusione strutturale dei danni stessi, così da riconoscere davvero il valore economico delle perdite subite. Non da ultimo, servono azioni immediate per ridurre il rischio sulle strade: monitoraggio costante dei punti critici, interventi preventivi, adeguamento e manutenzione delle barriere, migliore segnaletica e coordinamento tra enti locali, forze dell’ordine e gestori delle infrastrutture”.

“Invitiamo tutti – agricoltori, cittadini, automobilisti – a segnalare ogni danno e ogni avvistamento alle autorità competenti e alle nostre sedi territoriali” concludono il presidente e il direttore di Coldiretti Como Lecco. Solo con dati sempre aggiornati si potrà infatti dimostrare fino in fondo la gravità della situazione e ottenere risposte.

“Chiediamo alle istituzioni di stringere i tempi, perché il problema è gravissimo e richiede decisioni immediate, non più rinviabili. Non permetteremo che inerzie burocratiche o ritardi politici continuino a danneggiare le nostre imprese e a mettere a rischio la sicurezza delle persone. Se necessario, denunceremo ogni inerzia anche in sede penale: basta parole: servono fatti, adesso”.