Diffusi i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica
Per quanto riguarda il nostro territorio il quadro è di sostanziale conservazione, ma permane una diffusa incertezza
LECCO – Tra gennaio e settembre 2025, la produzione metalmeccanica/meccatronica cala del -2,1% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una contrazione più accentuata di quella registrata per l’intero comparto industriale (-1,7%). Da sottolineare il dato negativo dell’automotive (-14,3%).
L’export metalmeccanico/meccatronico nei primi nove mesi dell’anno è aumentato in valore del 2% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente, (+1,5% verso i paesi UE e +2,5% verso i mercati extracomunitari). In miglioramento le vendite sui mercati statunitensi (+3,2%) grazie al comparto dei mezzi di trasporto, in particolare la cantieristica.
Il 33% delle imprese (in aumento rispetto al precedente 24%) dichiara una diminuzione delle consistenze in essere del portafoglio ordini; rimane significativa e pari al 10%, la percentuale di imprese che valuta “cattiva o pessima” la situazione della liquidità aziendale. Tra i principali fattori su cui agire per migliorare la produttività nel breve periodo, le aziende segnalano la riduzione dei costi di produzione (energetici, materie prime, lavoro), che ha raccolto il 25% delle preferenze, seguita da ottimizzazione dei processi produttivi e aziendali (20,6%). Sul fronte degli investimenti spicca invece la richiesta di attuazione di forme di finanza agevolata per il 31,5% delle preferenze e la semplificazione burocratica (29%).
(Per consultare l’indagine: www.federmeccanica.it)

Per quanto attiene nello specifico al livello territoriale, i più recenti dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio “mostrano un quadro di sostanziale conservazione, che si inserisce in uno scenario complessivo nazionale dove le tinte non sono positive: sebbene siano presenti alcuni elementi di stabilità, permane una diffusa incertezza che condiziona la capacità delle imprese di pianificare investimenti e strategie di sviluppo e rappresenta quindi un fattore di fragilità che rischia di rallentare ulteriormente la crescita e la competitività del comparto” evidenzia Marco Galbiati, Presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanica e Meccatronica di Confindustria Lecco e Sondrio.
“Inoltre, il prezzo dell’energia, tra i fattori chiave per la competitività delle imprese è strutturalmente più elevato in Italia rispetto alla media europea – continua Marco Galbiati – ed è quindi un nodo strategico da affrontare con urgenza, poiché influisce direttamente sui margini operativi, sulla capacità di investimento e sulla tenuta dei processi produttivi”.
“È invece una buona notizia la revisione radicale del Green Deal europeo: sebbene gli obiettivi di sostenibilità ambientale siano essenziali, essi devono essere bilanciati con la tenuta del sistema economico e sociale. Una regolazione più equilibrata e pragmatica concorrerà a far sì che il sistema manifatturiero possa riprendere slancio, favorendo una transizione ecologica sostenibile senza compromettere la competitività” sottolinea ancora Marco Galbiati.
“Un’ultima questione sulla quale ritengo opportuno portare l’attenzione – conclude Marco Galbiati – è quella legata al futuro dell’ex Ilva. Si tratta infatti di un asset strategico per il nostro settore e proprio per questo motivo condivido quanto evidenziato in alcune dichiarazioni che il presidente di Federmeccanica, Simone Bettini, ha rilasciato alla stampa: andrebbe costituito un tavolo aperto a tutte le imprese che abbiano legami con l’ex Ilva e andrebbe messo a punto un piano di rilancio dove, per la definizione, abbiamo un ruolo rilevante anche le competenze industriali”.
I dati più recenti per le realtà metalmeccaniche e meccatroniche dei nostri territori sono stati tratti dall’Osservatorio Congiunturale rapido di natura qualitativa per il mese di ottobre 2025, nell’ambito del quale è stato delineato un quadro di sostanziale conservazione. Gli indicatori associati a domanda, attività produttiva e fatturato sono risultati principalmente orientati al mantenimento dei livelli, sia per quanto riguarda la segnalazione diretta di stabilità, sia in relazione al bilanciamento tra i giudizi di crescita e di quelli di riduzione. In generale il mercato estero è risultato più dinamico rispetto a quello domestico, il tasso di utilizzo medio degli impianti di produzione si è attestato poco al di sopra dei tre quarti del totale (75,3%). Non sono state riscontrate particolati criticità né sul versante dell’approvvigionamento delle materie prime, né sul fronte degli effetti determinati dalle tensioni geopolitiche. In relazione a quest’ultimo punto, circa un’impresa del settore su cinque (21%) ha riscontrato ostacoli all’export legati a dazi, barriere commerciali e tensioni geopolitiche; tali ostacoli nell’80% dei casi non hanno però avuto impatti sul business oppure hanno pesato marginalmente.
La solidità dello scenario locale è anche confermata dai giudizi formulati riguardo l’andamento occupazionale che, per le realtà metalmeccaniche e meccatroniche del territorio, sono risultati orientati alla stabilità e all’espansione. Un’ampia quota di imprese associate continua infatti a segnalare difficoltà nel reperire sul mercato collaboratori e figure necessarie per garantire i programmi di sviluppo aziendali, in particolare modo con riferimento alle figure ad elevata specializzazione tecnica. Data la complessità dello scenario, le previsioni formulate per l’andamento del business per i prossimi mesi sono risultate caute e principalmente orientate alla stabilità.

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