Svetta in cima al podio italiano per ‘forza industriale’ ossia per valore aggiunto procapite, la nostra provincia. E non basta: brilla anche in Europa superando di 2,3 volte la media continentale e si scontra con una nazione che invece arranca, una Italia ferma ai livelli dell’estate 2010 (+0,1%), che scivola dalla 5^ alla 7^ posizione, superata dalla Corea del sud e dall’India.
Il quadro viene fornito dal centro studi nazionale di Confindustria. “Questo dato è in sé estremamente rilevante e non solo ci rende orgogliosi, ma conferma che la forza del nostro territorio e il suo sostegno economico stanno prima di tutto nel tessuto industriale e nelle competenze diffuse che gli permettono di essere competitivo – commenta il presidente di Confindustria Lecco, Giovanni Maggi – È interessante anche notare che, sempre secondo i dati del centro studi, se la vocazione industriale dell’area di Wolfsburg in Germania, prima nella classi
fica europea, è dieci volte più alta della media europea, Lecco è comunque 2,3 volte sopra la media europea». «Queste rilevazioni, assieme a quanto visto con le più recenti indagini congiunturali del nostro ufficio studi, e cioè che domanda e attività produttiva mostrano lievi ma costanti propensioni di crescita ci spingono a insistere su un aspetto fondamentale sul quale chiediamo da tempo che si concentri l’attenzione: l’industria è la forza motrice del territorio e di questo Paese. È inammissibile che di fronte a questo non ci si decida ad attuare una v
era politica industriale e non ci si chieda, come ci chiediamo noi oggi: se in queste condizioni otteniamo questi risultati, dove potremmo arrivare se potessimo operare in condizioni diverse, non certo con agevolazioni e sussidi che non abbiamo mai chiesto, ma con un fisco diverso, infrastrutture diverse, un apparato burocratico diverso”?
Nel confronto tra territori europei Lecco si trova al sessantunesimo posto, ma a livello mondiale è interessante vedere come il primato manifatturiero spetti a una Cina ormai distante con il 21, 7%, acquistando in un solo anno il 7,6 punti, seguita dagli Stati Uniti a quota 15,7%, il Giappone cresce e si conferma al terzo posto con il 9,1%, al quarto posto c’è la Germania che comunque flette di di 1,5 punti di quota fermandosi al 6%, dietro la tallona l’India e poi la Corea del sud che ci ha scavalcato di poco con un 3,5%, mentre l’Italia si è fermata al 3,4%.
Se questo è il ranking di come si distribuisca la produzione industriale nel mondo, il suo andamento racconta come i paesi considerati sviluppati stiano perdendo tutti quota nelle posizioni di vertice ad eccezione del Giappone.