Lucchini. ‘Ora ci vuole un piano industriale’

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Le banche hanno detto sì e i sindacati Fim, Fiom e Uilm attribuiscoo alle lotte dei lavoratori – compresi quelli di Lecco – il risultato che salva l’azienda di Lecco il debito del gruppo Lucchini, ora i sindacati  chiedono a livello nazionale il rilancio dell’azienda dentro un piano industriale preciso.

Finalmente dopo tanti rinvii è stato raggiunto ieri l’accordo con tutte le banche creditrici per la ristrutturazione del debito e la messa a disposizione della liquidità necessaria, anche se in una quantità inferiore alle aspettative, per sostenere la normale attività produttiva, scongiurando quindi, nell’immediato, il pericolo di un commissariamento dell’azienda.

Si tratta di un primo significativo risultato che va ascritto innanzitutto all’iniziativa di mobilitazione continua, anche con forme di lotta innovative ed estreme, dei lavoratori di tutti i siti del gruppo (Piombino, Trieste, Condove, Lecco, Bari), oltre che all’impegno di tutte le Istituzioni, dagli Enti Locali territoriali, alle Regioni, al Ministero.

Ora questo risultato va consolidato. In attesa che il piano finanziario sia “asseverato” e poi presentato al Tribunale di Milano, è previsto oggi a Parigi l’incontro tra l’azienda e il Comitato d’impresa di Ascometal sull’informativa relativa all’offerta vincolante per l’acquisto da parte del gruppo Apollo.

Per quanto riguarda i siti italiani, ribadiamo che i passi successivi devono essere coerenti con il mantenimento di una prospettiva qualificata e unitaria per il secondo gruppo siderurgico italiano, con la conservazione del ciclo integrale a Piombino, comprese le attuali interdipendenze produttive con quello di Trieste, e prevedere scelte di qualificazione per gli altri siti del gruppo: Condove, Lecco. Per quanto riguarda Bari la prossima settimana è previsto un incontro che potrebbe confermare l’acquisizione da parte di una azienda del settore delle forniture ferroviarie. Ovviamente questa scelta deve essere per noi subordinata alla garanzia di prospettive di sviluppo.

E’ quindi sulle scelte industriali future che dovrà concentrarsi ora l’attenzione, per questo abbiamo chiesto che entro il mese di luglio si possa discutere con l’azienda, nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico, il piano industriale di tutti i siti per i prossimi anni. Per quanto ci riguarda manterremo ferma la richiesta di un rilancio e una qualificazione dell’intero gruppo, richiedendo che queste scelte diventino precisi riferimenti e vincoli anche per tutti gli interlocutori interessati ad un possibile futuro acquisto degli stabilimenti italiani.

Sono in discussione le prospettive e le caratteristiche di una parte rilevante della siderurgia italiana, per questo rinnoviamo al Governo la richiesta di dare seguito alla disponibilità, già dichiarata in passato, di convocare un tavolo specifico sulla siderurgia per mettere a punto precise politiche industriali per il settore, che devono includere anche le questioni ambientali, a partire dalle bonifiche dei siti interessati.

FIM, FIOM, UILM NAZIONALI
Roma, 7 luglio 2011