Inverigo. Arrestato rapinatore, “tradito” da una lattina di Coca Cola

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INVERIGO – E’ accusato di rapina in concorso, l’uomo (B.M.) classe 1971 arrestato venerdì dai Carabineri dell’Aliquota Operativa del N.O.R. di Cantù e della Stazione Carabinieri di Lurago d’Erba, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Como.

L’arrestato, originario della provincia di Monza e Brianza, era affidato in prova ai servizi sociali presso una comunità terapeutica riabilitativa ubicata a Tirano, in provincia di Sondrio.
Sarebbe lui, secondo le indagini, il responsabile della rapina avvenuta al supermercato “IN’S Mercato” in via Fugazza di Inverigo.

Nella circostanza, intorno alle ore 13:00, il rapinatore, armato di coltello, si era impossessato della cifra di 1000 euro minacciando la cassiera.

“Le attività d’indagine, dispiegate immediatamente dagli investigatori, hanno permesso di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza a carico di B.M. – spiegano dall’Arma dei Carabinieri – E’ stato vagliato e centellinato ogni indizio utile, sentendo testimoni e ricostruendo ogni minimo dettaglio. A fare la differenza è stato il metodo analitico con cui è stato approcciato il caso. Lo studio del modus operandi, infatti, ha permesso di addivenire a quel “quid” risolutivo che solo conoscitori del territorio e delle dinamiche delinquenziali possono avere”.

Ed infatti, analizzando per bene la scena del crimine e ascoltando ogni dettaglio delle testimonianze, è emerso un particolare importante. Il rapinatore, prima di commettere la rapina, aveva effettuato un sopralluogo intrattenendosi a sorseggiare una lattina di Coca Cola. Dopo l’aveva abbandonata fuori il supermercato ed aveva commesso il fatto delittuoso. Una rapina commessa nei tre giorni di permesso che B.M. aveva per ricongiungersi alla sua famiglia.

Il particolare della lattina sorseggiata, però, già utilizzato da B.M. per commettere qualche anno fa una rapina presso il supermercato IN’S di Cantù, ha stuzzicato l’intuito investigativo di chi è da anni preposto a fare indagini. Individuata la pista, è stato fatto riconoscere alla vittima attraverso un’individuazione fotografica. B.M. riconosciuto senza ombra di dubbio.

A seguito della cristallizzazione di tutte le suddette operazioni svolte, dunque, è giunta l’emissione del provvedimento dell’Autorità Giudiziaria: B.M. è stato associato presso il carcere di Sondrio.