Alcol e giovani, l’ASL: “Rischi sottovalutati e cattive abitudini”

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LECCO – La notizia della ragazza di 17 anni finita in coma etilico lo scorso sabato a Lecco dopo una notte di eccessi ha preoccupato molti lecchesi, soprattutto genitori di figli adolescenti, impensieriti per il dilagare dell’alcol tra i giovani soprattutto nel fine settimana.

Anche gli esperti del Servizio Prevenzione Cura Nuove Dipendenze dell’ Asl di Lecco sono stati colpiti dalla vicenda e da professionisti della salute hanno voluto esprimere le proprie riflessioni nella speranza che siano tenute in considerazione e possano servire ad una valutazione critica su eventi come quello di sabato scorso, che incentivano l’utilizzo di una sostanza psicoattiva, senza tenere conto dei rischi connessi.

“E’ anzitutto necessario richiamare che le principali agenzie di Salute – spiegano – tra cui l’OMS, hanno decretato che non esiste un uso quotidiano di alcol privo di rischi, ed hanno stabilito precisamente le quantità a “basso rischio” – riportate in tabella, applicabili in base all’età per chi sia in buono stato psicofisico, non assuma farmaci e/o non sia in condizioni particolari (gravidanza, allattamento, guida e altre mansioni che richiedano attenzione, specialmente lavorative ecc…):

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Dove per unità alcolica o drink si intende la quantità di 12 g di alcol che è contenuta a titolo esemplificativo in ciascuna di queste bevande:

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“Questa quantità – proseguono – non è solo correlata alle patologie croniche che evolvono nel corso degli anni, o all’eventuale sviluppo di dipendenza, ma anche all’effetto psicoattivo della sostanza, che si registra anche a piccole quantità, in grado di produrre alterazioni che possono condurre a condizioni pericolose per la vita, quali il coma etilico. Queste indicazioni valgono a maggior ragione se si considera l’età delle persone a cui è rivolta l’iniziativa di sabato, e cioè i giovani. Il divieto alla vendita e somministrazione di alcolici ai minorenni, ribadito nel 2013 dal decreto Balduzzi, e spesso non rispettato, si fonda su basi scientifiche secondo cui il completamento dello sviluppo cerebrale avviene addirittura oltre il compimento della maggiore età”.

alcolici_birre“Come Servizio specialistico impegnato anche in ambito preventivo, ci sentiamo davvero impotenti di fronte a un territorio che – nonostante precise indicazioni– propone come “buone” , iniziative di questo tipo, senza preoccuparsi della tutela della salute dei propri cittadini, specialmente di quelli più giovani e vulnerabili e neppure delle conseguenze sociali. Ci riferiamo per esempio all’Atto di indirizzo che la Prefettura nel 2011 aveva inviato a tutte le Amministrazioni, ai responsabili delle manifestazioni e ai gestori degli esercizi pubblici per prevenire i rischi connessi all’abuso di sostanze alcoliche in occasione di manifestazioni o feste e che recitava ‘Azioni di prevenzione sui rischi alcol correlati per un codice etico di comunità’”.

“Da addetti ai lavori sappiamo bene che il bere è ancora un’abitudine appresa prima di tutto in famiglia, dove l’alcol non è considerato una sostanza psicoattiva ma un alimento, un ingrediente fondamentale per accompagnare e “sancire” le feste, le occasioni, le tappe della vita. Troppe volte assistiamo alla superficialità del mondo degli adulti (famiglie, allenatori, educatori …) che sottovaluta i rischi del consumo di alcol, giustificando il bere, proprio e degli altri, come un comportamento “normale”, culturalmente accettabile e parte di uno stile di vita. Vorremmo invitare in particolare gli adulti a prendere coscienza anzitutto che l’alcol, seppur legale, è una sostanza psicoattiva al pari delle droghe, rispetto ad alcune anche più potente e a riflettere sul proprio rapporto con la sostanza, sul proprio modello educativo, sui propri ruoli e responsabilità ed infine richiamare i ragazzi ad una cultura del divertimento, non dello sballo”.