LECCO – Sono circa 2.000 i pazienti con malattie oncoematologiche seguiti presso l’Ospedale di via dell’Eremo: un dato in costante incremento , ogni anno, di circa il 15%.
Sul tema, sabato 15 novembre, presso l’Aula Magna dell’Ospedale Manzoni, dalle ore 8.00 alle ore 15.00, la Struttura di Oncologia Medica dell’Ospedale di Via dell’Eremo, diretta da Antonio Ardizzoia, in collaborazione con la Rete Ematologica Lombarda (R.E.L.), organizza la sesta giornata oncoematologica lecchese.
L’evento del 15 novembre , farà il punto “sulle Sindromi mieloproliferative croniche” e vedrà la partecipazione dei più autorevoli esperti lombardi.
“Quelle sindromi – chiarisce Paola Ferrando, responsabile scientifico insieme a Michela Anghileri del convegno – sono malattie abbastanza rare, anche se nella realtà lecchese sono in aumento, soprattutto tra i giovani”: 200 i pazienti presi in carico dagli specialisti di Lecco affetti da queste malattie.
Che patologie sono? “La leucemia mieloide cronica, ad esempio, ha una diagnosi spesso occasionale – continua la specialista – il paziente, che spesso è asintomatico, scopre da normali analisi di routine di avere una leucocitosi (aumento dei globuli bianchi)”. Per una conferma e completa diagnosi della malattia , che ha un trattamento farmacologico, il paziente dovrà , poi, sottoporsi ad un esame citogenetico.
Una ulteriore neoplasia mieloproliferativa è la trombocitemia essenziale: gli studi effettuati sino ad oggi hanno accertato che questa patologia è caratterizzata, in circa il 50% dei casi, da una mutazione genetica.
“In genere – puntualizza Paola Ferrando – il paziente che ne è affetto gode di un’ottima qualità di vita e conduce una vita pressoché normale. Le principali complicanze, tuttavia, a cui può andare incontro sono di tipo trombotico (arterioso o venoso) o emorragico”.
Anche nel caso della mielofibrosi , il 50-60% dei pazienti presenta una mutazione genetica . All’esordio della malattia circa il 30% dei pazienti è asintomatico ed è scoperta per un riscontro occasionale. Le principali complicazioni delle fasi più avanzate della malattia sono l’evoluzione in leucemia acuta, le infezioni, le emorragie, i fenomeni trombotici. L’unica terapia potenzialmente in grado di guarire la mielofibrosi , seppure gravata da un elevato rischio di complicanze , è il trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Nel corso dell’appuntamento convegnistico del prossimo 15 novembre l’excursus degli specialisti invitati sarà ampio: l’obiettivo è anche un focus sulle nuove opportunità terapeutiche che confermano le buone aspettative di guarigione dei malati.