Luis è tornato nell’orfanotrofio dove è nato: emozioni e lacrime per la consegna solidale

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Venerdì la consegna all’orfanotrofio di Manila dell’assegno e del trolley carico di vestiti

Dopo 55 anni il ritorno nel luogo dove è nato: la storia di Luis Fogaroli che ha voluto chiudere un cerchio

MERATE – Mille emozioni, tanta commozione e la sensazione, bella e intensa, di un cerchio che si chiude. Luis Fogaroli, filippino di nascita, bergamasco d’adozione e meratese da 7 anni, ce l’ha fatta.

Venerdì 5 dicembre alle 15 (ore 8 in Italia) ha varcato la soglia dell’Heart of Mary Villa, l’orfanotrofio di Manila dove è venuto al mondo 55 anni fa e ha consegnato alla direttrice suor Carmen Diane Cabasagan la busta contenente l’assegno equivalente della raccolta fondi promossa online il 2 ottobre scorso. Insieme ai 7.500 euro, che nelle Filippine sono pari a 500mila pesos, ha affidato alle religiose del Buon Pastore una valigia carica di vestitini per bambini, che le stesse suore hanno poi riordinato pezzo per pezzo commuovendosi ogni volta di fronte alla generosità dedicata loro.

L’apertura del trolley

“E’ stato un momento intenso” racconta Luis da Manila, dove è atterrato insieme alla moglie Vlasta, con cui sta condividendo questo viaggio di ritorno alle origini -. Un crescendo di emozioni e di sensazioni che immaginavo mi sarebbero esplose e per questo, almeno all’inizio, sono riuscito almeno in parte a controllarle. All’ingresso sono stato accolto calorosamente dalla segretaria con la quale avevo riallacciato i rapporti tramite i social: sinceramente non sono riuscito a capire chi dei due fosse più agitato. La direttrice è apparsa poco dopo e ci siamo subito presentati: dopodiché sono arrivate anche altre tre sorelle, la più anziana delle quali conobbe (l’ha riconosciuta da una foto, ndr) colei che mi accompagnò in Italia 54 anni fa ed ora purtroppo deceduta”.

L’incontro con le suore religione del Buon Pastore

Luis ha poi potuto visitare la struttura, che nel corso degli anni si è focalizzata sull’accoglienza di bambini speciali, bisognosi di cure e attenzioni particolari. Ed è a loro che verranno destinati i fondi raccolti: “Poterli incontrare è stata un’esperienza altrettanto forte: trovarsi di fronte i bambini che cercano subito il gioco, il contatto con la persona nuova sono attimi che mai dimenticherò. Sono bambini che hanno e avranno bisogno di tante cure che, grazie a tutti quelli che hanno preso parte alla campagna di crowdfunding, per un bel periodo saranno garantite. Sto iniziando a ragionare su progetti a lungo termine”.

Luis con alcuni bambini ospitati ora all’Heart of Mary Villa

Luis è un fiume in piena di emozioni e sensazioni: “Quando poi, terminato il momento della consegna e della visita alla struttura, siamo andati nella cappella a pregare sono saltati tutti i freni inibitori e tutte le resistenze legate al discorso dell’adozione. Ho pianto lacrime liberatorie, silenziose, colme d’amore verso i genitori che mi hanno cresciuto con amore, saggezza e determinazione”. Un pianto colmo di rispetto anche per la mamma biologica, “che mi ha partorito, ma che ha preferito darmi un’opportunità migliore di quella che lei pensava di potermi offrire”.

Il momento liberatorio della preghiera

Di lei non si sa più nulla: le ricerche non hanno dato alcun esito perché i rapporti tra le parti si sono interrotti subito dopo l’adozione.

Luis e Vlasta al km O, quello della ripartenza

 

Ma Luis non è tornato nelle Filippine per questo. Non cercava quel filo. Voleva riannodare il legame con il passato senza perdere di vista il presente e il futuro: “Non è più tempo dei perché e dei per come, è giunto il momento di chiudere il cerchio e di ripartire con nuove consapevolezze, con nuova energia, con la certezza che nel bene non siamo mai soli. Lo dimostrano le tante persone, dai parenti agli amici, passando per i conoscenti e gli sconosciuti, che hanno contribuito alla mia raccolta  a cui va il mio immenso grazie”.