La presa di posizione dell’assessore di Calusco Massimo Cocchi
Da scongiurare una nuova chiusura del San Michele visto che non si rispetterà la data del 2030 per la realizzazione della nuova opera
PADERNO D’ADDA – Nuovo ponte sull’Adda: non si sono fatte attendere le reazioni dei Comuni più direttamente coinvolti dalla nuova infrastruttura, in merito al documento conclusivo, depositato oggi, lunedì 15 dicembre da Rfi, con cui si ritiene che la miglior collocazione del nuovo San Michele sia in stretto affiancamento all’attuale, annunciando l’intenzione di dare vita a un concorso internazionale per la progettazione.
Ad auspicare che le tempistiche non siano infinite e, soprattutto, a chiedere che non venga chiuso nuovamente il San Michele (vista l’impossibilità di realizzare la nuova opera entro il 2030) è Massimo Cocchi, assessore ai Lavori pubblici a Calusco. “Se volessimo sintetizzare: abbiamo perso sei mesi per decidere che si farà un concorso internazionale che individuerà la soluzione migliore — con ogni probabilità quella già ipotizzata in stretto affiancamento. Dal punto di vista pragmatico, sono convinto che il contributo di tutti potrà condurre al miglior progetto possibile, capace di tenere conto delle esigenze di ciascuno. Il coinvolgimento successivo degli enti competenti, chiamati a esprimersi nel merito, sarà un’occasione utile per affinare e rendere più efficiente la proposta progettuale”.

Cocchi si rivolge a chi, finora (in primis Paderno) ha espresso, in più riprese, critiche al progetto così come è stato finora ipotizzato: “Oggi più che mai, è necessario che le amministrazioni coinvolte superino le logiche del “no” pregiudiziale e inizino a collaborare per realizzare insieme un’infrastruttura strategica e necessaria per il territorio”.
L’assessore caluschese aggiunge: “La preoccupazione principale, ora, riguarda le tempistiche: tra progettazione, acquisizione dei pareri, appalto ed esecuzione dei lavori, il superamento della scadenza del 2030 appare ormai inevitabile. Mi auguro che le legittime aspettative del territorio, ovvero quella di mantenere il ponte in esercizio fino all’apertura del nuovo, trovino pieno riscontro nei fatti. Una nuova chiusura, senza un’alternativa concreta già attiva, sarebbe insostenibile per famiglie, imprese e attività commerciali”.

Non solo. La speranza che possano essere salvaguardate, il più possibile, le abitazioni limitrofe al nuovo ponte: “In fase di conferenza di servizi chiederemo di mettere in atto tutte le misure necessarie affinché vengono preservate il più possibile, compatibilmente con l’esecuzione dei lavori, le abitazioni e le attività che verranno coinvolte”.

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