Beccati con le mani nella cassaforte: arrestati dai CC

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LOMAGNA – Beccati dai carabinieri proprio mentre avevano appena finito di smurare la cassaforte di un’abitazione di Lomagna, si sono dati alla fuga ma grazie alle ricerche dei militari si è riusciti a consegnarli alla giustizia e a recuperare la refurtiva.

E’ solo grazie alla tenacia dei carabinieri del Nucleo operativo, del Radiomobile di Merate e della stazione di Cremella che si sono strette le manette attorno ai polsi di tre farabutti di professione, pregiudicati sessantenni che nella notte tra domenica e lunedì avevano preso di mira una casa in via Leonardo da Vinci.

Uditi rumori sospetti provenire dall’abitazione, i militari hanno deciso di vederci chiaro e avvicinandosi alla porta d’ingresso l’hanno trovata aperta con evidenti forzature. Ispezionando i locali al pian terreno, i carabinieri sono stati attirati dalla luce di una torcia, che si intravedeva filtrare da una stanza.

Lì hanno trovato due malviventi, i quali, alla vista delle divise, hanno subito abbandonato il “lavoro” alla cassaforte e sono fuggiti da una finestra. Ne è così nato un inseguimento, con i militari che sono riusciti subito a placcare uno dei ladri nel giardino della casa. L’altro si è invece dileguato nella notte.

L’arrestato, Domenico Arabia (62enne calabrese residente a Monza), è stato portato in caserma, mentre i carabinieri hanno iniziato ad incrociare i suoi dati con l’archivio cercando di ricomporre le frequentazioni dell’uomo. E’ stato così possibile rintracciare il complice, Giovanni Ferrara (63enne di Messina, domiciliato a Bellusco).

Inoltre, avvicinandosi alla casa colpita dai ladri, i carabinieri avevano notato una Honda Civic lì nei pressi e insospettiti si erano appuntati il numero di targa. Accertamenti hanno permesso di scoprire che il mezzo era intestato ad un altro pregiudicato, Saverio Lovecchio (57enne di Matera, domiciliato a Ronco Briantino).

Raggiunti entrambi nelle loro abitazioni, i due sono stati portati in caserma dove hanno deciso di confessare e collaborare con gli inquirenti. Grazie alle loro indicazioni è stato possibile rintracciare il luogo dove era stata abbandonata la refurtiva, nascosta nei pressi di una pianta vicino al cimitero di Carnate.

Un bottino non da poco: i malviventi erano infatti riusciti ad asportare monili in oro per un valore tra i 40 e i 50 mila euro, restituiti al proprietario. I tre sono stati invece processati con rito direttissimo al Tribunale di Lecco.