“Estirpare” il bullismo alla radice: il progetto del Rotary Club

Tempo di lettura: 3 minuti

MERATE – Non saper riconoscere le sensazioni di sorpresa e di paura, confonderle con la rabbia, e reagire di conseguenza. E’ questa, secondo la psicoterapeuta Maria Rosaria Liscio, la radice del bullismo, estirpabile fin dai primissimi anni di vita insegnando ai più piccoli a riconoscere le emozioni facendole seguire da comportamenti corretti.

E prima si comincia meglio è, in un percorso che se inizia alla scuola materna serve a incanalare in modo corretto il modo di affrontare la vita ma anche a risparmiare disagio e dolore a sé stessi e agli altri.

Lo strumento per farlo ora c’è e parte dal lecchese, da un progetto pilota avviato dalla scuola materna “La Chiocciola”, della fondazione Mons. Ermanno Gerosa di Molteno, che grazie ai risultati raccolti sta per essere diffusa in una pubblicazione nazionale ma anche in un manuale d’uso per insegnanti e genitori.

La prima tappa di presentazione del progetto, che ha raccolto il parere positivo e l’impegno a collaborare da parte del presidente provinciale della Fism (la federazione delle scuole materne private) Giampiero Redaelli, è partita giovedì scorso al Rotary Club Merate Brianza presieduto da Ruggero Riva.

A presentare il progetto c’erano Patrizia Riboldi, presidente della Fondazione Gerosa, la psicoterapeuta Mariarosaria Liscio (relatrice della serata, artefice della sperimentazione coi piccoli della Chiocciola e già responsabile dei servizi di psicologia cognitivo-comportamentale e di neuropsicologia all’istituto “Medea” di Bosisio Parini) e la psicologa Francesca Mauri.

Fra gli interventi anche quelli di Ettore Mandelli e Emanuela Valagussa (rispettivamente presidente e coordinatrice della materna di Cernusco Lombardone) e come special guest della serata anche esponenti delle forze dell’ordine come il generale Gregorio Paissan (già comandante dei Carabinieri anche a Lecco), il capitano Giorgio Santacroce, comandante della Compagnia di Merate e il maresciallo in congedo Luigi Notaro.

Ad ascoltarli, un pubblico numerosissimo fatto di rotariani e di esponenti dell’associazionismo locale fra cui gli “Amici del Cam”, con la presidente Rita Pizzagalli Serrao e la coordinatrice Marina Rasnesi, associazione rotariana a sostegno dell’associazione di volontari Cam che per il Tribunale dei Minori segue 36.000 giovani disagiati sul 8 province fra cui Lecco.

A spiegare come iniziare dai piccoli per perseguire obiettivi grandi è stata Patrizia Riboldi: “il nostro obiettivo – ha detto la presidente della Fondazione privata di diritto pubblico – in vista del passaggio dalle materne alle elementari è rendere i bambini responsabili nel modo di affrontare il futuro. Questo progetto li aiuterà a diventare buoni cittadini e a salvaguardare la società”.

Liscio ha spiegato come la sua sperimentazione, per la quale “nella fascia dai 4 ai 6 anni non ci sono studi specifici nazionali né internazionali tranne qualche pubblicazione in area anglosassone, pur essendo basata su riconosciuti fondamentali scientifici, sia partita dall’intuizione della difficoltà dei piccoli “a riconoscere le espressioni facciali di cinque emozioni fondamentali quali felicità, paura, rabbia, sorpresa, tristezza”.

Semplificando, ha spiegato che “i nostri test fatti lavorando sulle espressioni facciali hanno mostrato che stupore, paura e rabbia vengono confusi tutti con la rabbia. Il 28% delle bambine non riconosce la rabbia e, fra queste, il 70% la scambia con la paura, il 10% con la tristezza e il resto non sa. Fra i maschi, il 15% non la riconosce e il 20% di tale percentuale la scambia con la paura, il 40% la scambia con lo stupore e il resto non sa esprimersi”.

E’ stato un lavoro lungo – ha aggiunto – “che ha dato risultati sorprendenti fatto con insegnanti e con i piccoli esortati col gioco e con la rappresentazione a riconoscere le mimiche facciali. Ora – ha detto – hanno acquisito il riconoscimento delle emozioni e abbiamo sospeso per un periodo il progetto come fase di consolidamento. Il successo, comunque, sta nel fatto che tutti hanno imparato a distinguere paura e rabbia, e i passi successivi riguarderanno il modo di gestirle”.