LECCO – “Secondo il clima sociale e la fase storica che ci si trova a vivere, molte possono essere le modalità di adesione a ricorrenze e celebrazioni collettive: per questo 8 marzo, giornata internazionale della donna, vedremo, al posto delle “tradizionali” mimose, il fiorire di iniziative organizzate da donne consapevoli della propria condizione sociale e di genere, del proprio ruolo di lavoratrici, madri, cittadine attive che portano, giornalmente, il proprio positivo contributo all’evoluzione della società in cui vivono.
Molteplici sono le reti nate a sostegno della ricorrenza, coordinamenti che, a livello internazionale includono le storiche organizzazioni femminili, alcune realtà sindacali, la stragrande maggioranza delle associazioni culturali e che si battono per i diritti di tutte e di tutti.
L’8 marzo 2017 vedrà dunque milioni di donne che si asterranno dal lavoro retribuito, dall’impegno di cura della casa e della famiglia, dal consumo energetico e di beni non di primaria utilità: faranno tutto questo per dimostrare quanto l’assenza, per quanto temporanea, del contributo femminile negli ambiti più comuni della vita di tutti i giorni possa essere impattante nella società. Popoleranno le piazze per rendere, anche solo da un punto di vista esclusivamente “visivo”, “tangibile”, le dimensioni effettive di una sostanziale parte della società che troppo spesso viene considerata “secondaria”.
Saranno nelle piazze e nelle strade della propria città per riappropriarsi e per vivere in maniera attiva quegli spazi comuni che molto spesso, a causa delle pressanti incombenze della vita di tutti i giorni non si riescono a popolare come luoghi di condivisione, comunicazione, cittadinanza attiva a tutti gli effetti.
Con il termine cittadinanza attiva possiamo intendere molte cose: partecipazione, scambio di idee e di proposte ma anche condivisione di una memoria comune.
Fu nei primi anni del ‘900 del secolo scorso, infatti, che venne istituita la Giornata Internazionale della Donna, grazie al dibattito e alle azioni politiche che seguirono la prima proposta maturata, all’interno del VII Congresso della II Internazionale socialista, cui partecipò anche Rosa Luxemburg, relativa l’introduzione del suffragio universale delle donne.
Nel 1977 la risoluzione 32/142 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite propose ad ogni Paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”: l’Assemblea riconobbe, con questa formalità, il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconobbe l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione nonché di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. La data dell’8 marzo in quel contesto fu scelta come la data ufficiale della ricorrenza da parte di molte nazioni.
Ancora oggi, da allora, non solo le donne ma tutti i cittadini a prescindere dalla propria identità di genere celebrano, in questo giorno, il diritto delle donne al riconoscimento dei medesimi diritti che vengono riconosciuti al genere maschile in ambito lavorativo, familiare e sociale ma anche il diritto all’autonomia di scelta riguardo il proprio corpo, la propria salute, la procreazione, la mobilità internazionale. Si ricorda, in questa giornata, che urge lottare ogni giorno contro l’utilizzo dei linguaggi sessisti e misogini, contro la violenza di genere, per la costruzione effettiva dei femminismi nei movimenti nonché di spazi politici antisessisti.
Nel 2017 è giusto partecipare alla giornata internazionale della donna perché oggi più che negli anni passati la femminilizzazione della povertà torna in forme nuove attraverso il controllo e l’attribuzione forzata di un nuovo significato sociale della presenza femminile, lo sfruttamento e l’assoggettamento dei corpi, l’uso della violenza e la manipolazione dell’immaginario. Torna alla ribalta quel carattere patriarcale della società intrecciandosi ad ogni nuova forma dell’economia e, quindi, dentro la politica e le sue leggi.
In questo 8 di marzo, oggi più che mai cittadine e cittadini globali, in tutto il mondo manifestiamo la nostra volontà di contrastare le vecchie e le nuove forme di sfruttamento del corpo e del lavoro femminile, la rinascita dei sessismi e il dilagare di intransigenza, chiusura culturale e razzismo che riempiono vuoti quei identitari e ideologici che vogliamo, invece, colmare con un nuovo sistema di valori collettivi: prime fra tutti l’uguaglianza e la giustizia sociale”.
Simona Piazza
Assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili Comune di Lecco