La lettera di un windsurfer: “Vogliamo tornate a praticare il nostro sport”

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LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:

“Buongiorno, in questi giorni di lenta ripresa ad una vita più normale ho appena letto le dichiarazioni del Prefetto.
Non risiedo nel comune di Lecco, ma credo di poter essere considerato lecchese ad honorem, visto che, fino all’inizio del lockdown, frequentavo la città in ogni occasione possibile.
Sono un appassionato di windsurf, come molti che al mattino, quando soffia il Tivano, corrono sullo specchio di lago tra Lecco e Valmadrera.
Chiaramente mi rendo conto che, in un periodo come questo, costellato di lutti e problemi di ogni tipo, la mia potrebbe essere vista come una richiesta del tutto superflua, ma, dato che il Governo ha nuovamente concesso alcune libertà ai cittadini, mi chiedo perché anche a noi, amanti dello sport non lecchesi, non venga concessa maggior libertà.
Tra l’altro anagraficamente siamo in larga parte persone mature e non ragazzini, pienamente consapevoli e responsabili.
Il nostro è uno sport che si pratica in acqua, a distanza di sicurezza!
A terra rimaniamo solo il tempo necessario per attrezzarci e vestirci.
Con questa mia lettera, vi chiedo, se possibile, di fare presente all’Amministrazione comunale lecchese, che siamo sportivi praticanti molto meno pericolosi di altri e che vorremmo avere diritto anche noi di tornare a praticare il nostro sport, nel pieno rispetto delle regole e delle leggi. Vi ringrazio per l’attenzione”.

Nicola Zmijalac