“Cristo di Lecco”, il disegno di Leonardo diventa un ologramma

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Il cristo di lecco leonardo da vinci

Proseguono le indagini sulla preziosa sanguigna, nuovo filone di studi su una dicitura sul retro dell’opera

A giugno un convegno di studi a Roma, intanto è stato realizzato un ologramma ad alta definizione del disegno certificato NFT

LECCO – Proseguono, senza sosta, gli studi attorno al Cristo di Lecco, la misteriosa sanguigna scovata dalla famiglia lecchese Gallo-Mazzoleni. Lo scorso ottobre, in un convegno di accademici organizzato al Palazzo delle Stelline di Milano, il professore Rolando Bellini (storico e critico dell’arte, professore di storia dell’arte, graphic art, arte museologia ed estetica presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera) aveva presentato le conclusioni di oltre un anno di studi, dichiarando ufficialmente che il disegno può essere effettivamente un autentico testo grafico di Leonardo da Vinci.

Un’opera d’arte che non smette di suscitare interesse tra gli studiosi di Leonardo Da Vinci, adesso l’attenzione è focalizzata su una scritta presente sul retro del Cristo di Lecco: “FE SALAI 1511 DINO”. E, in vista di un nuovo convegno di studi interdisciplinari che si terrà a Roma il prossimo giugno con una quindicina di accademici, la proprietà ha preso contatti con l’avvocato Francesco Cerotto, Docente di Grafologia Giudiziaria nel Corso di Alta Formazione in Scienze Criminologiche e Tecniche di indagine presso l’Università di Giurisprudenza di Perugia, esperto in analisi e comparazioni di scritture, iscritto all’Albo dei Periti sia del settore civile che penale del Tribunale di Perugia, con studio professionale a Perugia, Milano e Napoli.

Silvia Gallo, il professor Rolando Bellini e l'avvocato Francesco Cerotto
Silvia Gallo, il professor Rolando Bellini e l’avvocato Francesco Cerotto

Al professionista è stato affidato uno studio approfondito delle scritte presenti sul retro dell’opera: “Grazie alle sue competenze si cercherà di capire, in primis, se la scritta è coeva al disegno oppure è stata apposta in un secondo momento. Verranno analizzati tutta una serie di aspetti a partire dal tipo di grafica. Una volta appurato il periodo in cui è stata realizzata la scritta si potrà procedere a un’eventuale interpretazione – hanno spiegato dalla proprietà -. Un aspetto curioso è che la dicitura ‘FE SALAI 1511 DINO’ corrisponde esattamente con quella apposta sull’angolo inferiore destro del famoso dipinto del ‘Cristo Redentore’ presso Veneranda Biblioteca Ambrosiana. I critici, rispetto a quest’ultima dicitura, si dividono in due interpretazioni: alcuni ritengono che possa trattarsi della firma del “Salai” (il soprannome dato da Leonardo Da Vinci a Gian Giacomo Caprotti, uno dei suoi allievi prediletti), altri sostengono che sia il ritratto di Salai che, come modello, avrebbe prestato il suo volto per la realizzazione del dipinto”.

Lo studio dell’avvocato Francesco Cerotto potrebbe essere determinante per cominciare a capire in quali contorni inserire la scritta sul retro del Cristo di Lecco. Insomma, quello che è certo è che si apre un altro filone di studi che rende il “disegno lecchese” ancora più interessante di quanto già non sia.

Il Cristo di Lecco diventa un ologramma

Il Cristo di Lecco, però, non è foriero solo di indagini accademiche, ma la sua storia si intreccia anche con strumenti tecnologici di ultimissima generazione. Grazie alla collaborazione e sinergia con la società “The Holoverse”, leader del settore, è stato realizzato il primo e unico, in quanto certificato NFT (Non fungible token, ovvero un certificato digitale di unicità), ologramma ad alta definizione del disegno a sanguigna il “Cristo di Lecco”.

“L’ologramma, contenuto in una apposita teca, darà modo di poter ammirare in via sostitutiva in eventuali esposizioni questo splendido disegno a sanguigna già da molti studiosi attribuito alla mano di Leonardo Da Vinci, ricreando una percezione oltre che affascinante anche assolutamente reale e di perfetto dettaglio – spiegano dalla proprietà -. L’ologramma darà modo di ammirare un’opera perfettamente identica all’originale, senza stressarla e ovviando a tutte quelle precauzioni in tema di sicurezza richieste dallo spostamento di un’opera di tale importanza. Ci siamo rivolti alla società ‘The Holoverse’ perché ha già realizzato l’ologramma di un’altra opera di Leonardo da Vinci nota come ‘Bella Principessa'”.