Il Cristo di Lecco è di Leonardo, le conclusioni del prof. Bellini dopo un anno di studi

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Il professor Bellini accanto al Cristo di Lecco
Il professor Bellini accanto al Cristo di Lecco

A Palazzo delle Stelline giornata di studi interdisciplinari con eminenti esponenti del mondo accademico

“L’opera della famiglia Gallo-Mazzoleni, per mia opinione, è un autentico testo grafico di Leonardo da Vinci”

MILANO – “Per mia esperienza e conoscenza credo di poter sostenere e confermare che il reperto indagato, il cosiddetto ‘Cristo di Lecco’, di proprietà della famiglia Gallo-Mazzoleni di Lecco, rivela la presenza della mano maestra di Leonardo da Vinci. E’ pertanto, per mia opinione, un autentico testo grafico di Leonardo da Vinci“.

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Il professore Rolando Bellini (storico e critico dell’arte, professore di storia dell’arte, graphic art, arte museologia ed estetica presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera), nel corso del convegno “Epistemologia della bellezza – Leonardo, un caso studio” svolto venerdì scorso al Palazzo delle Stelline di Milano, ha presentato le conclusioni un anno di studi accademici effettuati sull’opera di proprietà della famiglia lecchese Gallo-Mazzoleni.

Un primo eclatante punto fermo nel lunghissimo iter di studi approfonditi per capire se, effettivamente, il “Cristo di Lecco” potesse essere frutto della mano del grande Leonardo da Vinci. E proprio la famiglia lecchese, dopo aver scovato la “misteriosa” sanguigna, grazie a un fiuto invidiabile, ha intuito sin da subito che quell’opera poteva rappresentare una scoperta storica per il mondo dell’arte e non solo.

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Il professor Rolando Bellini

Da lì è cominciato un lungo e minuzioso lavoro di ricerca storica e scientifica, in primis le numerose analisi sul foglio con l’utilizzo di indagini diagnostiche invasive e non invasive più tradizionali e più innovative grazie all’utilizzo dei macchinari  dell’azienda Gilardoni Raggi X di Mandello; parallelamente sono stati condotti studi da parte dei maggiori esperti del mondo dell’arte, su tutti proprio il lunghissimo lavoro del professor Rolando Bellini che è giunto alla clamorosa attribuzione.

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Venerdì scorso il Cristo di Lecco ha potuto avere una prima importante consacrazione nell’ambito accademico durante la giornata di studi interdisciplinari alla quale hanno partecipato eminenti esponenti del mondo accademico, non solo italiano, ma anche internazionale. Attorno al tavolo dei relatori, oltre al professor Bellini, si sono succeduti il prof. Fabio Minazzi ordinario di Filosofia della Scienza e Direttore Scientifico del Centro Internazionale Insubrico; il prof. Pier Enrico Gallenga, professore ordinario di Clinica Oculistica all’Università di Chieti-Pescara e medaglia d’oro dell’Oftalmologia italiana; il prof. Marco Marinacci architetto e storico dell’arte professore in storia dell’arte moderna e contemporanea presso il Politecnico di Milano; il prof. Atila Soares Da Costa Filho in collegamento dal Brasile, studioso e storico dell’arte membro del comitato scientifico della Monna Lisa Foundation di Zurigo e della Fondazione Leonardo da Vinci di Milano.

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Moderati da Gledis Cinque, attrice di cinema e teatro, gli accademici hanno affrontato, ciascuno attraverso la propria specifica competenza, il percorso creativo di Leonardo da Vinci e il ruolo del grande genio italiano nell’ambito delle arti. L’attore Fabio Testi ha aperto i lavori con la lettura di alcuni precetti del Trattato della Pittura di Leonardo Da Vinci. Tra gli invitati al dibattito anche l’assessore di Regione Lombardia all’Autonomia e alla Cultura Stefano Bruno Galli che ha portato i saluti del Governatore Fontana: “Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a iniziative che riguardano Leonardo e il nostro territorio”.

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A segnare lo stretto legame tra opera e territorio (oltre al nome che inevitabilmente riporta alla nostra città), a Palazzo delle Stelline erano presenti il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, il consigliere di minoranza Corrado Valsecchi, nonché il presidente di Confcommercio Lecco Antonio Peccati e volti noti del mondo imprenditoriale lecchese, oltre a esponenti di spicco anche a livello internazionale del mondo dell’arte e della finanza.

Il “Ritratto/Cristo di Lecco” è stato oggetto di una serie di indagini tecnico-scientifiche che hanno consentito l’attribuzione di un ritratto, forse un autoritratto, al Maestro toscano, collocato temporalmente nel periodo compreso tra la fine del XV secolo e i primi anni del XVI secolo. Una notizia importantissima anche a fronte del forte legame dei proprietari dell’opera con Lecco, l’auspicio della famiglia Gallo-Mazzoleni, infatti, è che l’opera possa dare un valore aggiunto sotto il profilo culturale e turistico a tutto il territorio e possa favorire lo sviluppo di future iniziative.

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