RUBRICA – I social media, ed in particolare le chat e i siti di incontro – abbiamo iniziato ad argomentare nello scorso intervento – contribuiscono in modo determinante a creare un nuovo modo di vivere le relazioni più intime, e la sessualità anzitutto. Nell’articolo odierno cerchiamo di entrare più nel dettaglio della modalità in cui questo cambiamento così radicale avviene. Ci facciamo aiutare, in questo argomentare, soprattutto da Eva Illouz, autrice di “Intimità fredde. Le emozioni nella società del consumi” (Feltrinelli 2007), al cui testo rimandiamo per eventuali approfondimenti.
L’aspetto che appare più evidente a tutti coloro che si approcciano ai siti di incontro è che gli iscritti vengono inseriti in una sorta di “catalogo” dove ciascuno si presenta in vista di una possibile scelta da parte di un’altra persona interessata alla conoscenza reciproca. Conoscenza spesso finalizzata ad un incontro sessuale o ad una relazione di coppia.
Questo aspetto, apparentemente così semplice e innocuo, è di per sé portatore di una serie di conseguenze fondamentali nella costruzione della eventuale relazione.
Il primo di questi effetti è che il diretto interessato si presenta attraverso una auto-descrizione verbale di quelle che sono le sue caratteristiche e le sue disposizioni. Ovviamente non c’è nulla di male in tutto questo, però chi si presenta costruirà un profilo di sé basato su una descrizione che possa sollecitare la curiosità e la sensibilità del proprio potenziale partner, che lo possa in qualche modo “sedurre” (nel senso letterale di “portare a sé”).
Questa “traduzione” di sé in una descrizione linguistica del sé perde inevitabilmente tutte quelle componenti dell’incontro che hanno a che fare con l’ immediatezza, con sensazioni percettive ed emotive, con movimenti, posture, avvicinamenti e allontanamenti, mimiche, gesti, impercettibili movimenti di tenerezza o di rabbia, di condivisione empatica o di incolmabile distanza. “L’innamoramento è una questione di chimica” – come si esprime il senso comune. Ed ha le sue buone ragioni: nessuno si è mai innamorato della descrizione di una persona (foss’anche l’auto-descrizione del più grande dei poeti), o di una fotografia (che ritraesse la più bella delle donne o il più affascinante degli uomini)!
In ciò che si sente “a pelle” in un incontro si condensa una partita fondamentale e decisiva circa il prosieguo di una possibile relazione. Questo passaggio indispensabile, questo primo filtro dell’esperienza, è ovviamente impossibile in un sito di incontri.
L’amore non è questione di interessi comuni, hobby da condividere, comunanza o differenza di idee, affinità di gusti o idee politiche. L’amore non è una questione che prende le mosse da una conoscenza intellettuale o da una prestazione testuale. L’attrazione è, appunto, anzitutto una questione di pelle, che precede la conoscenza approfondita dell’altro ed è, anzi, il presupposto affinché questa possibile conoscenza possa prendere avvio.
E la foto del “candidato” (al di là di una superficiale impressione estetica) non aiuta a svelare la chimica del possibile incontro, nella misura in cui è l’immagine statica di un “manichino in posa”, intento ad accalappiarsi possibili “clienti” nella consapevolezza di esser in concorrenza con altri “prodotti”. Non a caso Eva Illouz parla di “capitalismo emotivo”: l’io diventa merce esposta al pubblico che risponde alle leggi del mercato. Ecco perché i profili sono tutti tendenzialmente tarati sugli stessi canoni. Doversi presentare con una foto induce le persone ad assumere le pose delle modelle o degli stereotipi maschili che rappresentano i canoni standardizzati della bellezza o della forza, con il risultato di perdere l’originalità del proprio aspetto. E con la tentazione, a cui spesso si cede, di “mentire”, sia con le parole che con le immagini.
Ecco dunque che, come le statistiche ben rappresentano, l’esito di questi incontri virtuali è, il più delle volte, deludente “alla prova dei fatti”, perché tradisce le complesse dinamiche dell’attrazione, della seduzione e della spontaneità vitale.
Dott. Enrico Bassani
Psicologo – Psicoterapeuta
Via Leonardo da Vinci 15, Lecco
http://www.bassanipsicologo.it – info@bassanipsicologo.it – tel. 338.5816257
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