Ance Lecco-Sondrio all’assemblea nazionale: “Più prospettive per il futuro”

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Luca Fabi
Luca Fabi presidente Ance Lecco - Sondrio

L’ANCE chiede alle istituzioni di tornare ad avere uno sguardo di prospettiva verso il futuro

I temi affrontati nell’assemblea nazionale di Roma, a cui ha preso parte anche il presidente di ANCE Lecco Sondrio Luca Fabi.

LECCO – Un titolo che allude ad uno sguardo proiettato al futuro. Ma, al tempo stesso un futuro che preoccupa per i segnali che emergono. È questo il paradosso su cui si è sviluppata l’altro ieri a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica l’Assemblea nazionale di ANCE. Ad evidenziarlo nell’incipit della sua relazione la presidente Federica Brancaccio: “Nonostante tutti gli indicatori economici positivi, scenari internazionali sempre più cupi, un’economia europea in difficoltà, la perdita di certezze stanno determinando un clima di preoccupazione e angoscia. Sembra un nuovo Medioevo: paure e insicurezze che rischiano di minare la nostra fiducia e quella delle giovani generazioni”.

Alla base di questa mancanza di fiducia sta il clima che si sta respirando: “Un grande freddo sta calando sulle nostre aspettative di crescita e sviluppo. Stanno tornando in auge modelli economici che pensavamo archiviati per sempre: spending review indiscriminata, tagli lineari agli investimenti”. Un clima in cui, per stare all’Italia, il “grande indiziato di sperpero pubblico degli ultimi anni è stato il Superbonus 110%”. Un provvedimento che, a detta della presidente di ANCE, se da un lato ci ha permesso nel biennio 2021-2022 di crescere come Paese a ritmi superiori a quelli della Cina (+12,3% contro il loro +11,3%), dall’altro ha comportato errori e sprechi che, sommati al “guazzabuglio normativo” che si è generato nella sua applicazione, “potevano essere evitati se i costruttori fossero stati ascoltati”. Il rischio, ora, sta “nei 7 miliardi di lavori fermi che rischiano di lasciare scheletri urbani, con gravi ripercussioni economiche e sociali sulla vita di cittadini e imprese”.

L’opportunità offerta dalla direttiva europea Case green

Ma al futuro – e dunque in chiave prospettica – i costruttori italiani non rinunciano a guardare: infatti “pensare in prospettiva significa immaginare soluzioni, ambienti e percorsi per adattarsi in modo flessibile e continuo ai bisogni delle persone e ai cambiamenti sempre più veloci e imprevedibili della società. Significa superare la trappola dell’emergenza, i provvedimenti tampone, le misure a tempo. Significa perseguire obiettivi comuni e condivisi per il bene collettivo. Pensare in prospettiva significa avere fiducia nelle imprese e nelle grandi opportunità che possono derivare dall’alleanza tra pubblico e privato. Mai antagonisti ma formidabili alleati”.

Per questo, per Federica Brancaccio, occorre affrontare con spirito diverso la stagione della riqualificazione degli edifici. Una stagione che si apre sotto la spinta della direttiva Case green, appena approvata in Europa, che va colta come una “opportunità”, “senza timore”: “L’obiettivo è comune, ambizioso e necessario. Portarlo a termine è un impegno che abbiamo preso con le prossime generazioni. Non esiste una ricetta unica: serve un ventaglio di strumenti e soluzioni che ci consentano di raggiungere l’obiettivo. Noi ci stiamo già lavorando e siamo pronti a mettere a disposizione di tutti le nostre analisi e proposte. Certo le risorse servono: Europa e Stato devono fare la propria parte per sostenere la spesa delle famiglie e soprattutto di chi non ha i mezzi per farvi fronte. Allo stesso tempo banche e operatori dovranno immaginare strumenti finanziari innovativi. I vantaggi saranno enormi per tutti in termini di sostenibilità sociale, ambientale ed economica”. Del reso la sfida è importante ed impattante: si tratta di ristrutturare 1 milione di edifici da ora al 2030 e altri 450mila dal 2031 al 2035.

Allo stesso modo occorre, per ANCE, non tradire l’occasione offerta dal PNRR: “Il PNRR deve rappresentare una spinta e non l’ultima spiaggia. Non agiamo solo con l’acqua alla gola! Costruiamo oggi una nuova grande proposta per la crescita di domani. Prepariamoci per tempo, una buona volta”.

Le sfide che il Paese deve saper cogliere

Guardare in prospettiva significa anche accettare la difficile sfida “di guardare più lontano e fare programmi di spesa che tengano a bada il debito pubblico, promuovendo, allo stesso tempo, e finalmente, crescita economica e riduzione delle disuguaglianze sociali”. Serve insomma un “Programma nazionale di lungo respiro, le cui priorità dovranno essere considerate dall’Europa “fattori rilevanti”, così come avviene ora solo per le spese militari, in modo da non incidere sui vincoli contabili. Un nuovo Piano strategico che dovrà occuparsi di mobilità, connessione, sostenibilità, inclusione e servizi alla persona; che consenta di prevenire il rischio idrogeologico e sismico; che si preoccupi di sviluppare la nostra rete portuale. Un Piano che parta da una visione per le nostre città, per l’efficientamento energetico e la sicurezza degli edifici, per la sistemazione del territorio, per una rete sempre più efficiente di infrastrutture materiali e immateriali”. E dal momento che le risorse pubbliche non basteranno, occorrerà per ANCE coinvolgere i privati che possono fornire la spinta necessaria a far partire tanti progetti”, offrendo “tempi certi e un quadro di regole moderno ed efficiente, che metta in sicurezza gli investimenti”. Il nuovo Codice degli appalti è un buon punto di partenza: occorre solo apportarvi alcune modifiche che consentano di accrescere la concorrenza. Ma poi “serve uno strumento applicativo semplice ed efficace e quindi un regolamento, un manuale d’uso dedicato ai lavori pubblici”.

Analizzando quindi i profondi cambiamenti della società italiana, la presidente di ANCE ha evidenziato alcune priorità da affrontare, a cominciare da un Piano casa organico e inclusivo che venga incontro alle esigenze di edilizia sociale; un piano di rinnovamento del patrimonio edilizio esistente, sostituendo vecchi edifici, demolendo e ricostruendo; un piano di sviluppo sociale ed economico che consenta di valorizzare l’apporto che può dare, anche in termini di nuove risorse da impiegare nei cantieri, l’immigrazione. Non è mancato, da ultimo, un forte richiamo al tema del miglioramento della sicurezza nei cantieri e della riduzione degli incidenti sul lavoro, con la richiesta di “rendere obbligatoria la formazione, così come presente nel contratto dell’edilizia, per qualsiasi operatore che entra in cantiere”.

Il parere del presidente di ANCE Lecco Sondrio Luca Fabi

A partecipare all’Assemblea nazionale è stato anche il presidente di ANCE Lecco Sondrio Luca Fabi: “Quella della nostra presidente è stata una relazione che ho molto apprezzato. – commenta – In particolare l’insistere sul tema della prospettiva è fondamentale: le nostre imprese devono poter programmare, così come anche le famiglie. Occorrono programmi di medio-lungo termine, che offrano tempi certi, regole chiare e incentivi definiti a tutti i soggetti. Regole che se da un lato impediscano a chi non ha competenze di inserirsi e operare in un settore complesso e difficile come quello dell’edilizia, dall’altro mettano in condizione le famiglie di essere sostenute in un processo di ammodernamento delle abitazioni che ha valenze sociali, economiche e ambientali importantissime. Non vanno commessi gli errori del 110%. Ma non possiamo pensare ad una politica solo di rigore, che non preveda investimenti sul futuro delle nostre città e del nostro territorio. Del resto il nostro è un settore trainante per il Paese: se l’edilizia cresce, cresce l’intera economia. Occorre mettere mano all’impianto legislativo e normativo del nostro Paese, per definire un orizzonte chiaro entro il quale muoversi per ridare prospettive di sviluppo all’Italia”.