VARENNA – Gli alpini di Varenna compiono 95 anni e si preparano a festeggiarli “per non dimenticare”, come recita la frase incisa sulla colonna mozza dell’Ortigara e sui numerosi monumenti che ricordano l’olocausto delle penne nere.
Era il 1921 quando si costituì il gruppo Alpini di Varenna, intitolato al capitano Corrado Venini, medaglia d’oro al valor militare. Non a caso “La prima guerra mondiale e il Capitano Venini” è il titolo della mostra-evento che ha aperto lo scorso fine settimana le celebrazioni del 95° di fondazione (la mostra rimarrà allestita fino al 20 maggio)
Corrado Venini, caduto mortalmente nella guerra contro l’impero austro-ungarico, ha sempre dimostrato una spiccata virtù militare. Rifiutò di farsi trasportare al posto di medicazione e si espose in prima persona per infondere coraggio alle truppe. Morto il 20 maggio 1916 a Cima Maggio (Posina), le sue spoglie riposano nel cimitero di Varenna.
La fatica indescrivibile degli alpini durante il primo conflitto mondiale è stata incisivamente descritta da Rudyard Kipling nel libro La guerra nelle montagne, impressioni dal fronte italiano: “Quel che più m’impressiona è il lavoro immane che vi incombe a causa dell’ambiente… I nostri soldati sono abituati a trasportare carichi su sentieri non più larghi di 50–60 centimetri, uomini che girano intorno a precipizi di mille piedi di profondità”.
“Per un lavoro speciale son necessari specialisti”, scriveva Kipling. E raccontava di come una compagnia di alpini impieghi “una quindicina di notti invernali per spingersi in alto e trasportare una mitragliatrice e altro materiale… Il cappello ‘alla lobbia’ ornato di una penna talvolta logora fino a rassomigliare a un moncone”.
È importante, per le penne nere di Varenna, ricordare quanto affermava il presidente dell’Ana di Lecco, Ugo Merlini, negli anni Settanta: “Ritengo di non peccare d’orgoglio dicendo che l’associazione è certamente una tra le cose più pulite che vi siano in Italia, perché l’appartenenza ad essa si fonda sulla consapevolezza e sulla fierezza del dovere compiuto. In tempi in cui imperversa l’uso del vocabolo “paese”, senza l’iniziale maiuscola, l’Ana scrive la parola PATRIA con tutte le lettere maiuscole, a significare il rispetto per il suo valore simbolico, fiera e orgogliosa di far sventolare il tricolore”.
“Nessun ente – aggiungeva Merlini – sarebbe capace di fare alcunché di analogo senza concedere agevolazioni, promettere premi o offrire qualcosa di concreto”.
“Perché gli alpini affascinano? – si domanda il direttore dell’Alpino, monsignor Bruno Fasani, in un suo editoriale – Perché sono uno sparuto esercito di un’umanità che non si piega a un progresso fine a se stesso. Li troviamo nella Protezione civile, nel rendere agibili i sentieri e nelle molte iniziative e anche al primo raduno alpino in Europa a Marcinelle”.
Sempre per non dimenticare, gli alpini di Varenna hanno profuso energie per celebrare il 95° anniversario del gruppo di Varenna, con una serie di eventi che vedrà il suo culmine domenica 1° maggio con la sfilata che partirà alle 9 da Olivedo, la celebrazione della messa nella chiesa prepositurale di San Giorgio, la cerimonia ufficiale e il rancio alpino nei giardini di Olivedo.