COLICO – Cerimonia di presentazione, mercoledì 4 maggio a Colico, dell’attività di rimovimentazione di due cupole corazzate e più in generale delle iniziative finalizzate a valorizzare sempre più il Forte Montecchio Nord. Nella stessa giornata l’Esercito italiano ha presentato la mostra allestita nelle centenarie sale della fortezza colichese dal titolo “La Grande guerra, fede e valore”.
Il Museo della Guerra bianca gestisce dal 2009 il Forte Montecchio Nord, la grande opera fortificata della prima guerra mondiale meglio conservata in Europa.
Il forte fu costruito tra il 1912 e il 1914 e fa parte di un complesso sistema difensivo realizzato a protezione del confine italiano. Massiccia sentinella in pietra e cemento posta allo sbocco della Valtellina e della Val Chiavenna sull’Alto Lago di Como, fungeva da sbarramento sulle più importanti direttrici strategiche verso Milano e la Pianura Padana.
La collina su cui sorge il Montecchio Nord confina con la Riserva naturale del Pian di Spagna ed è meta di turisti, scolaresche e appassionati di storia che vengono a visitare l’unico superstite dei 48 forti, originariamente costruiti all’inizio del 1900, che conserva, oltre alle strutture, gli impianti elettrici, di ventilazione, la sua dotazione di quattro imponenti cannoni da 149mm Schneider sotto cupola girevole corazzata.
Nella costante azione di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico della prima guerra mondiale, iniziata già nel 1974, il Museo della Guerra bianca ha intrapreso fin dall’inizio della gestione una serie di interventi volti a garantire la corretta conservazione e l’adeguata fruizione del Forte.
L’intervento, da tempo in fase di studio, ha comportato una notevole attività di analisi per la successiva redazione del progetto di restauro, condiviso e approvato dal ministero per i Beni e le attività culturali – Segretariato regionale della Lombardia, ente competente per le strutture e i beni afferenti al patrimonio storico della prima guerra mondiale.
Grazie al contributo straordinario di Regione Lombardia, è stato possibile portare a termine il complesso intervento di restauro e rimovimentazione e attivare un innovativo sistema di visita interattiva.
Per quanto riguarda la rimovimentazione di 2 cupole corazzate va detto che l’inizio di questo importante percorso di recupero è stato indirizzato al reperimento della documentazione tecnica d’epoca, ricerca che è stata coronata dal ritrovamento di una copia originale del 1918 della “Monografia della installazione in pozzo da 149 A Schneider”. Tale scoperta ha permesso, unitamente alla documentazione storico-tecnica a disposizione del Museo e all’esperienza maturata dal proprio personale tecnico-scientifico, di affrontare l’azione manutentiva.
La scansione ad alta risoluzione del manuale tecnico e la conseguente visione ingrandita dei disegni ha consentito la lettura e la comprensione dei meccanismi di movimentazione su cui si intendeva intervenire dopo decenni di totale incuria.
La prima e più impegnativa sessione di lavori ha avuto come obiettivo l’accurata ispezione e pulizia di tutti degli organi di sostegno e movimentazione sia del cannone rispetto all’affusto sia dell’intero complesso girevole rispetto alla struttura fissa.
Si è reso necessario eliminare notevoli accumuli di sporcizia, grasso consolidato e patine di ruggine che si erano formate sui rulli e sulle rotaie circolari. Al termine della pulizia, ogni parte è stata accuratamente lubrificata con olii penetranti e protetta con grasso minerale a bassa viscosità.
Molto più complesso è stato riattivare il movimento di brandeggio dei pezzi (con relativa rotazione delle cupole corazzate). Dopo un’accurata pulizia esterna delle parti del tetto a contatto con le cupole, si è partiti dall’analisi e dall’apertura e pulizia dei singoli componenti dell’intera catena di trasmissione che, partendo dal volante manuale di comando, porta a muovere le 49 tonnellate dell’insieme costituito da rocchio, affusto, cannone e cupola corazzata con una sola mano.
Vista l’alta percentuale di stranieri che ogni anno visitano il Forte e constatata l’impossibilità nel gestire più lingue contemporaneamente nell’ambito delle visite guidate, si è deciso di attivare un servizio innovativo di visita interattiva che possa accompagnare il visitatore nel percorso.
Oltreoceano è già diffusa la tecnologia basata su “beacons” in grado di rivoluzionare il modo di interagire con gli spazi che ci circondano. I trasmettitori si basano su tecnologia bluetooth low energy e hanno consumi energetici bassissimi.
Una tra le rare realtà italiane attive in questo innovativo settore ha sviluppato la soluzione “Near”, un sistema di comunicazione che consente di creare a piacimento una rete attiva di punti di potenziale informazione, testuale e multimediale, consultabili tramite smartphone e tablet. Il visitatore che si trova nel raggio d’azione del beacon riceve sul proprio dispositivo una notifica che lo informa della presenza di specifiche informazioni (testuali, audio o video) dell’ambiente in cui si trova.
Al Montecchio Nord il beacon che consente di scaricare i contenuti dell’intero itinerario è quello di ‘benvenuto’ posizionato all’interno della biglietteria del Forte. Quindi il dispositivo mobile del visitatore, mentre questi si trova presso la biglietteria e attende l’inizio della turno di visita, scaricherà tutti i contenuti dalla Cloud Near dell’itinerario grazie a un’area di Wi-Fi free appositamente attivata .
I contenuti, preparati dalla commissione tecnica del Museo, sono stati tradotti e caricati sul sistema in otto lingue e in tal modo l’applicazione, che riconosce la lingua del dispositivo che la sta utilizzando, propone i contenuti nella lingua del visitatore. Ora chiunque sia dotato di smartphone potrà disporre di informazioni nella propria lingua e accedere a immagini e video di dettagli diversamente non accessibili.
Il passo successivo sarà l’inserimento di contenuti audio, in modo da facilitare la comprensione di quanto si sta osservando.
Questo importante risultato si deve all’impegno profuso da numerosi operatori scientifici e da collaboratori del Museo che, con determinazione e competenza, hanno saputo lavorare in stretta sinergia e nel massimo rispetto della storicità del bene.
Le varie attività sono state inoltre l’occasione per toccare con mano l’importanza del patrimonio legato al tema della grande guerra sul territorio lombardo. In particolare questa opera dell’ingegneria di inizio Novecento può a pieno titolo entrare nei beni di altissimo valore storico presenti in Lombardia e che la Regione Lombardia ha contribuito a conservare e valorizzare.
Alla cerimonia di mercoledì 4 maggio erano presenti il prefetto di Lecco, Lilliana Baccari, il sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia, Ugo Parolo, il Capo di Stato maggiore della Lombardia, colonnello Corrado Serto, il tenente colonnello Andrea Perugini, caposezione pubblica informazione Comando militare dell’Esercito Lombardia, Beatrice Bentivoglio Ravasio, responsabile Ufficio tutela del Segretariato regionale del ministero dei Beni culturali, il presidente della Provincia di Lecco, Flavio Polano, il comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Rocco Italiano e i sindaci di Colico Raffaele Grega, di Mandello Riccardo Fasoli e di Bellano, Roberto Santalucia.
Ad accogliere gli ospiti il responsabile dei Forti di Colico Stefano Cassinelli, il direttore del Museo della Guerra bianca, John Ceruti, e il presidente Walter Belotti.
Il sottosegretario Ugo Parolo ha dichiarato: “Con il ministero abbiamo avviato le procedure per inserire Forte Montecchio Nord in un progetto tematico sulla grande guerra con altre regioni italiane, oltre che con Austria e Slovenia, per farlo rientrare nel patrimonio dell’Unesco, progetto che ha ottime possibilità di riuscita”.