LECCO – La Carovana Internazionale Antimafie ha fatto tappa anche a Lecco. Nella serata di giovedì 16 maggio, il Centro Civico di Germanedo ha infatti accolto alcuni rappresentanti di questa iniziativa, nata nel 1994 grazie ad Arci Sicilia e progressivamente cresciuta sino a coinvolgere associazioni come Libera e Avviso Pubblico e a contare sull’appoggio di Cgil, Cisl e Uil.
Un tour a tappe attraverso la penisola e non solo per portare solidarietà a chi opera per la legalità democratica e la giustizia sociale e per sensibilizzare le persone sulle mafie, così da promuovere impegno sociale e progetti concreti. Questo, quindi, il senso della carovana, che a partire dal 30 di marzo sta portando i suoi “carovanisti” in giro per tutta l’Italia e nel sud della Francia.
Giovedì, quindi, la serata lecchese, alla quale, come annunciato giusto un paio di giorni fa, non ha potuto prendere parte l’ospite sicuramente più atteso, ossia l’europarlamentare Rita Borsellino, sorella di Paolo. “Imprevisti problemi di salute”, così ha spiegato la sua assenza attraverso una lettera letta sul palco nel corso dell’incontro. “L’Italia ha bisogno di tenere vivo il passato, rielaborare il presente e guardare al futuro – queste le parole aggiunge dalla sorella di Paolo Borsellino – Dobbiamo infatti impedire che si faccia scempio della verità e ognuno di noi deve fare la sua parte”. Riferendosi, poi, alle stragi di Capaci e di via D’Amelio, l’eurodeputata ha aggiunto: “non sono stati loro, i magistrati, a compiere troppi passi in avanti. Siamo stati noi a compierne troppi indietro, lasciandoli soli di fronte al loro destino”.
Un tema forte, questo, che è stato trattato anche durante l’apertura della serata, quando sul palco è salito l’attore Alberto Bonacina, cimentandosi in un monologo tratto dallo spettacolo “Uomini soli”, rappresentazione scenica dell’omonimo libro di Attilio Bolzoni. Uno stralcio della pièce, quindi, in cui Bonacina ha ben messo il luce ciò che a distanza di anni ancora non è chiaro, ossia perché uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino o ancora Carlo Alberto dalla Chiesa e Pio La Torre siano stati lasciati soli dalle istituzioni.
«La carovana – spiega Massimo Cortesi di Arci Lombardia – deve cogliere esattamente il senso di quanto messo in scena da Bonacina. Dobbiamo, infatti, combattere la solitudine e aiutare le forze dell’ordine nel difficile compito di affrontare tutte le forme di illegalità. La nostra avventura ha avuto inizio nel ’92 proprio in Sicilia, un anno funesto non solo per le stragi di mafia ma anche per tangentopoli, fenomeno che non ha fatto altro che acuire la crisi dello stato. Di fronte a questa situazione qualcuno ha quindi deciso di ribellarsi, di impegnarsi per cambiare soprattutto la cultura del nostro Paese. Ed è così che con i nostri furgoni siamo partiti alla volta delle piazze della Sicilia e, progressivamente, dell’Italia intera, raggiungendo un traguardo importante come la legge sulla confisca dei beni mafiosi».
Presente durante la serata anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio. A lui il compito di spiegare alcune delle azioni messe a punto dal comune di Lecco per contrastare le forme di illegalità. «Innanzitutto abbiamo sviluppato una proficua collaborazione con i comuni limitrofi e maggiori e con la Prefettura. Un accordo utile, che permette di andare in profondità su appalti, concessioni e autorizzazioni, garantendo un ulteriore controllo e facilitando il compito di svelare eventuali situazioni atipiche. Oltre a questo si è dato il via a una serie di corsi formativi rivolti ai dipendenti maggiormente esposti a fenomeni di infiltrazione mafiosa, così da avere le competenze necessarie per arginare i pericoli. Lecco, nonostante la crisi, è ancora un territorio attrattivo, stanno nascendo nuove attività ed è bene avere un occhio attento alla loro natura». A tutto questo si aggiunge, come suggerisce la stessa carovana, il fattore culturale: «è importante che la città percepisca – aggiunge Brivio – la questione, per questo abbiamo promosso iniziative di sensibilizzazione sul tema delle mafie tra cui gemellaggi con città che vivono situazioni difficili, campi della legalità e tutta una serie di attività con le associazioni».