ll processo si è chiuso martedì in Tribunale a Lecco
Soddisfatto Panzeri: “Chiudo questo capitolo con il cuore più leggero e lo sguardo rivolto al futuro. Oggi respiro, finalmente”
MERATE – Massimo Panzeri, ex sindaco di Merate e ora capogruppo di opposizione con Prospettive per Merate, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. Così si è espresso il giudice monocratico Martina Beggio martedì durante il processo che vedeva l’ex primo cittadino sedere al banco degli imputati con l’accusa di diffamazione aggravata.
A trascinarlo in Tribunale a Lecco Anna Ronchi, ex dipendente dell’azienda speciale Retesalute, lamentando una lesione della propria immagine e professionalità a seguito di alcune affermazioni pronunciate da Panzeri in consiglio comunale.
A essere contestate erano state le parole dette nella seduta del 9 giugno 2020 convocata da remoto perché avvenuta nel pieno della pandemia da Covid 19. In quell’occasione Panzeri, nel riepilogare la situazione che si era da poco scoperta in merito al buco di bilancio nell’azienda speciale Retesalute, aveva parlato di gravi manomissioni contabili, citando la relazione redatta dall’allora consulente Ciro D’Aries. Termini giudicati diffamatori da Ronchi che ha fatto causa all’ex sindaco.
Martedì il processo si è concluso con l’assoluzione di Panzeri, difeso dall’avvocato Elena Barra. Al termine dell’istruttoria il pubblico ministero Pietro Bassi ha chiesto l’assoluzione dell’imputato ritenendo che nelle sue parole e nella sua gestualità non ci fossero gli estremi del reato. L’avvocato di parte civile Antonino De Benedetti ha invece sostenuto l’accusa, chiedendo un risarcimento danni di 20mila euro.
Soddisfatto del verdetto del giudice Panzeri ha commentato: “Un’altra assoluzione con formula piena mette finalmente fine a questa lunga vicenda. Oggi posso davvero considerare chiuso un percorso che, mio malgrado, mi ha portato a conoscere da vicino le aule dei tribunali. Desidero ringraziare chi mi ha difeso con grande professionalità, l’avvocato Elena Barra; chi è stato chiamato più volte a testimoniare, in particolare la dottoressa Mariella Vignola, segretario comunale durante il mio mandato; chi mi ha giudicato con equilibrio nei tre processi affrontati; e tutte le persone che mi sono rimaste accanto in questi anni difficili, che hanno avuto un costo elevato, politico e personale”.
Tre i processi che hanno visto protagonista Panzeri, due come imputato (quest’ultimo e quello relativo alle frasi pronunciate durante una diretta Facebook) e uno come parte lesa (per diffamazione), tutti conclusi a favore dell’ex borgomastro: “La considero comunque un’esperienza che spero di non dover ripetere, ma che mi lascia sereno e consapevole del modo in cui ho operato, soprattutto in un contesto storico complesso come quello della pandemia. Chiudo questo capitolo con il cuore più leggero e lo sguardo rivolto al futuro. Oggi respiro, finalmente. E vado avanti, a testa alta, più forte di prima”.

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