Depressione perinatale: a Lecco un modello di prevenzione

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gravidanza

Un programma specifico per implementare lo screening: in meno di un anno oltre 2.500 (future) mamme monitorate, 126 sono risultate a rischio

Da quest’anno psicologi dedicati in ogni consultorio provinciale: “Prevenire il disagio è fondamentale non solo per la mamma ma anche in termini di salute mentale del bambino”

LECCO – Una donna su nove, durante la gravidanza o dopo il parto, può vivere momenti di fragilità psicologica. Ma a Lecco la prevenzione non resta solo una parola: da settembre 2024 a giugno 2025 sono stati compilati 2.550 “questionari di Edimburgo”, lo strumento usato per intercettare precocemente i segnali di depressione perinatale attraverso 10 domande di autovalutazione dell’umore. Le donne risultate effettivamente a rischio sono state 126, e circa la metà di loro è stata presa in carico da Asst Lecco per un percorso di supporto psicologico.

Il questionario viene consegnato alla prima visita ostetrica, e il monitoraggio prosegue con verifiche periodiche lungo tutto il percorso della gravidanza. Tutti i dati confluiscono nel Consultorio di Lecco, che coordina le attività di screening e presa in carico in rete con le altre sedi territoriali.

Un lavoro capillare, che da quest’anno sarà ulteriormente potenziato: in ogni consultorio dell’ASST Lecco sarà infatti presente uno psicologo dedicato, per garantire un punto di ascolto stabile e facilmente accessibile. Una misura in linea con le nuove direttive regionali e con la filosofia di una sanità di prossimità, capace di arrivare prima e più vicino alle persone.

Da sinistra: Vittorio Ripamonti, Stefania Puggioni, Gianluca Peschi e Carmen Baldi

Non solo screening: ASST Lecco partecipa anche al progetto regionale “Pensare Positivo”, un percorso psicoeducativo domiciliare che aiuta le neomamme a ritrovare equilibrio e benessere dopo il parto, coinvolgendo anche partner e familiari. Ogni anno nuove ostetriche vengono formate per ampliare il servizio, che ha mostrato risultati molto positivi sul piano del benessere materno e familiare.

“L’ampliamento del servizio di screening e trattamento della depressione perinatale è un passo decisivo per rendere la presa in carico del disagio psichico femminile più accessibile e vicina alle persone” ha sottolineato Gianluca Peschi, Direttore Socio Sanitario di ASST Lecco durante la presentazione del progetto. “Nei consultori le donne trovano un ambiente protetto e non medicalizzato, dove poter esprimere liberamente il proprio malessere”.

Anche il Direttore della Psicologia, Vittorio Rigamonti, evidenzia come la riorganizzazione punti a un modello più umano e capillare: “Vogliamo offrire risposte più vicine alle esigenze reali delle donne, in una fase della vita tanto delicata come quella perinatale”.

Per Carmen Baldi, responsabile del Coordinamento delle attività consultoriali, il segreto sta nel lavoro di squadra: “Abbiamo scelto un approccio proattivo e, appunto, territoriale: contattiamo direttamente le donne a rischio e costruiamo insieme percorsi multidisciplinari, grazie alla collaborazione tra ostetriche, psicologi e medici. La letteratura parla chiaro, l’epoca perinatale, quindi non solo il post parto ma anche la gravidanza, è caratterizzata da una particolare fragilità e il malessere di una futura e neo mamma si riflette nella relazione madre/bimbo. Per questo il lavoro di screening e prevenzione è fondamentale anche in termini di salute mentale del bambino“.

Accanto a queste attività, prosegue anche il servizio di assistenza ostetrica domiciliare post-parto, attivo da circa un anno nei Comuni di Merate e Lecco. Come spiega Stefania Puggioni, ostetrica responsabile delle attività consultoriali materno-infantili, “l’assistenza a casa non solo aiuta le mamme nelle prime settimane dopo il parto, ma permette anche di intercettare precocemente eventuali disagi emotivi che, se trascurati, potrebbero evolvere in una vera e propria depressione post-partum. Vogliamo ‘sfatare’ il mito che la maternità sia necessariamente solo un periodo bello e felice, per molte donne non è così: la società è cambiata, la rete sociale e familiare meno forte, ci sono più casi di solitudine e così un momento delicato e importante come il diventare mamma può diventare anche profondamente problematico. Con questo intervento domiciliare e comunque di prossimità le ostetriche si pongono come ‘coach’ della mamma, per gestire al meglio le loro emozioni, il rapporto con il bambino e i familiari. Come mi piace dire, le aiutiamo a ‘cambiare occhiali’ con cui vedere il mondo”.