“L’Italia nel bicchiere”: un “tuffo” nei vini maremmani

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Roberto Beccaria
Roberto Beccaria

RUBRICA – Ciao a tutti e ben ritrovati, all’indomani di una gustosa “Cena Didattica” svoltasi all’Osteria “Filet” a Lecco rione Castello, atto finale di una serie di degustazioni che hanno avuto come principali protagonisti i salumi ed i formaggi selezionati dal titolare Christian Butti, prendo spunto da un ottimo Montecucco riserva 2013 abbinato ad un’altrettanto buono pecorino maremmano per parlavi dei vini di questo territorio.

La Maremma Grossetana è senza dubbio la zona vitivinicola della Toscana che in questi ultimi anni è stata maggiormente valorizzata grazie a notevoli investimenti fatti in vigna ed in cantina per migliorare la qualità generale dei vini, un tempo piuttosto mediocri.
La stessa cosa era avvenuta un paio di decenni prima nella zona più a Nord , quella di Bolgheri per intenderci, dove si è scelto di dare un carattere più internazionale ai vini impiantando quasi esclusivamente i vari Cabernet, Merlot, Syrah e Petit Verdot, a volte utilizzati in “purezza” ma prevalentemente in “uvaggio”.

In Maremma sembra invece che si stia valorizzando soprattutto l’uva autoctona toscana per eccellenza: il sangiovese.
Con questa uva, ed eventuali aggiunte di uve locali come il cigliegiolo, il canaiolo nero o il colorino, si producono vini già celebrati e famosi come il Morellino di Scansano DOCG, ed altri meno conosciuti ma altrettanto buoni e tipici come il Montecucco, il Sovana o il Monteregio di Massa Marittima.

Non saranno vini che hanno lo stesso prestigio dei vari Brunelli, Chianti Classici o, più recentemente, dei Bolgheri ma da  cultore del vino e da operatore devo proprio dire che sto assaggiando dei vini davvero molto buoni e molto convenienti.

Non sono lontanissimi i tempi in cui questi vini , ripeto spesso mediocri, non li beveva nessuno, e ricordo perfettamente che rimasi esterrefatto quando l’indimenticato Lino Cattaneo del Ristorante Nicolin mi fece assaggiare il Morellino “Poggio Valente” di Fattoria Le Pupille, sicuramente un vino ed un’azienda che hanno fatto da apripista a tutto un movimento di produttori maremmani ed anche a diverse aziende del settore (anche di altre regioni) che hanno intuìto  convenienza e margine di miglioramento per i vini di questi territori.

Per quanto concerne i prodotti recentemente degustati posso citare alcuni ottimi Morellino di Scansano con un costo sotto i 10 euro come quelli di Terenzi, “Lohsa” di Poliziano, “Mentore” di Mantellassi,
Alberese, Ten Folonari e Val delle Rose.

Tra le riserve da segnalare “Capatosta” di Poggio Argentiera, “Madrechiesa” di Terenzi e “Barbicato di Alberese.
Per quanto concerne il Montecucco, territorio un po’ più all’interno rispetto al Mar Tirreno, l’azienda leader è con ogni probabilità
Colle Massari che produce questo vino in almeno cinque versioni,  partendo da un dignitosissimo vino quotidiano per il quale spendi  poco più 5 euro fino alla riserva “Poggio Lombrone”, che di euro ne vuole almeno 30, però li vale tutti. Altri assaggi interessanti per le Tenute di Porrona dei Folonari, Villa Patrizia e Salustri.

Un tantino più limitati gli assaggi di Sovana e Monteregio per i quali le citazioni si limitano al Sovana Superiore di Sassotondo, molto buono, e al Monteregio di Morisfarms, piacevole.

A conferma che questi territori sono in continua crescita è stata istituita recentemente la DOC Maremma Toscana, ho anche cominciato ad assaggiare qualche vinello interessante come ad esempio il Cigliegiolo in purezza di Val delle Rose ed anche alcuni vini bianchi per lo più ottenuti col Vermentino.

I suggerimenti enogastronomici vanno distinti per tipologia di prodotto, i vini giovani equilibrati sono abbastanza versatili e li si può abbinare anche a piatti saporiti della cucina marinara locale come il “caciucco” o le triglie alla livornese, a primi piatti saporiti o carni alla griglia. Le riserve non temono il confronto con gli altri grandi vini toscani , ci metterei anche una classica “fiorentina” ma per stare in Maremma meglio uno stufato di cinghiale o uno di quegli straordinari pecorini che solitamente trovo su dall’amico Christian nel negozio adiacente l’Osteria Filet.

Assaggiare per credere
Roberto Beccaria

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