MERATE – Parte il 16 gennaio ed è un’assoluta novità per il Mandic: è l’Ambulatorio Antifumo, ospitato presso la Struttura di Cardiologia dell’Ospedale diretta da Stefano Maggiolini (il nuovo Progetto ospedaliero si affianca al Centro Antifumo già attivo al SERT di Merate).
Quello offerto del Mandic sarà un trattamento di secondo livello e interesserà tutti i pazienti cardiopatici già individuati come fumatori nel corso del loro ricovero presso l’Ospedale di Merate, ma anche coloro che sono segnalati durante valutazioni ambulatoriali.
Per accedere al nuovo servizio ospedaliero, che avrà cadenza quindicennale e sarà supportato dai volontari della LILT, sarà necessario, comunque, una impegnativa del medico curante e ci si potrà prenotare telefonando alla segreteria della Struttura di Cardiologia allo 039/5916270.
L’Ambulatorio Antifumo, con orario di visita compreso tra le 15.00 e le 17.00, sarà tenuto dai cardiologi Caterina De Carlini e Sandra Suraci .
“Oggi – spiega , Direttore della Struttura di Cardiologia del nosocomio meratese – le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano che circa un terzo della popolazione mondiale pratica l’abitudine al fumo”.
“In Italia invece, secondo i risultati dell’indagine Iss-Doxa 2012, il 20,8% degli adulti di età superiore ai 15 anni si dichiara fumatore (10,8 milioni di persone, 24.6% uomini e 17,2% donne) e la fascia di età con più alta percentuale di fumatori è quella compresa tra i 25 e i 44 anni” prosegue lo specialista.
Il fumo, come è noto, rappresenta attualmente la prima causa di morte evitabile nei Paesi Occidentali: solo nella nostra Nazione si verificano, annualmente, circa 84mila decessi e, in Lombardia, il numero complessivo delle vittime per patologie correlate al fumo (tumori, malattie cardiovascolari e respiratorie) è stimabile in oltre 26.000 annue.
“Si è calcolato inoltre – precisa Maggiolini – che il fumo causi il 21% dei decessi per incidenti coronarici: nei pazienti fumatori è stato dimostrato un rischio da 4,2 a 4,7 volte maggiore di infarto miocardico non fatale e 2 volte maggiore di morte improvvisa rispetto ai pazienti non fumatori. Bisogna sottolineare, per di più, che i pazienti fumatori presentano un aumentato rischio di scompenso cardiocircolatorio rispetto a chi non fuma e una prognosi peggiore. Il fumo di sigaretta, poi, induce e peggiora gravi aritmie cardiache”.
E nei pazienti che presentano una malattia cardiovascolare che effetti fa il fumo? “In questi soggetti – continua il cardiologo meratese – il fumo riduce l’efficacia dei trattamenti e la risposta alle terapie antiaggreganti ed è possibile, nei pazienti già sottoposti a rivascolarizzazione miocardica percutanea o mediante by-pass aortocoronarico, un rischio di reinfarto maggiore rispetto ai non fumatori”.
Nonostante i dati allarmanti sulle patologie, da uno studio condotto dalla Società Italiana Cardiologi Ospedalieri, è emerso come, a sei mesi da un evento coronarico acuto, il 25% dei pazienti fumatori continui a fumare.
Ma quali sono, invece, i benefici della cessazione dal fumo di sigaretta? “Smettere di fumare riduce sensibilmente e rapidamente il rischio tabacco-relato di infarto miocardico e stroke dopo la sospensione: verosimilmente metà dell’eccesso di rischio si riduce già dopo due anni dalla cessazione” asserisce il Direttore della Cardiologia del Mandic.
Nei pazienti con problematiche cardiovascolari, inoltre, la cessazione dal fumo di sigaretta riduce la mortalità a un anno del 30% (soprattutto in quelli con scompenso cardiaco).
“Attualmente – ci tiene a precisare Stefano Maggiolini – la sospensione dal fumo di sigaretta dopo una sindrome coronarica acuta o dopo un infarto miocardico è, e resta, uno dei maggiori elementi di efficacia nella prevenzione secondaria della malattia cardiovascolare”.