Dal 6 al 17 settembre torna la tradizionale festa del rione nata nel lontano 1972
“Lo spirito è sempre lo stesso: tante sfide che sono ancora capaci di divertire e accendere gli animi”
LECCO – Una tradizione lunga 50 anni, per l’esattezza 51. Era l’ormai lontano 1972 quando un gruppo di ragazzi della parrocchia diede vita all’edizione zero dello Scigalott D’Or (Cicala d’Oro), quella che col tempo sarebbe diventata la storica sfida tra le contrade del rione di Acquate. Una appuntamento che è subito entrato nel cuore degli acquatesi e già nel 1973 venne organizzato nella sua forma attuale con cadenza biennale.
La festa, però, subì due interruzioni: la prima tra il 1989 e il 1999 in concomitanza con i lavori per la realizzazione del nuovo oratorio, la seconda nel 2021 a causa della pandemia. Dal 6 al 17 settembre prossimi, finalmente, torna questa sentitissima festa che, oggi come allora, vede i giovani della parrocchia alla guida dell’organizzazione supportati dall’intero rione e dalle sue associazioni.
“E’ una festa sempre molto sentita perché le sfide che portano alla vittoria dello Scigalott D’Or sono riservate ai residenti o ex residenti delle sei contrade del rione – ci spiega Francesco Corti, uno degli organizzatori -. Si tratta di una festa storica che proprio quest’anno supera i 50 anni, ma porta ancora con sé lo stesso spirito di quando è nata, con tante sfide che sono ancora capaci di divertire, accendere gli animi e che vengono ricordate nel tempo”.
Uno dei grossi pregi di Acquate è che nelle sue antiche viuzze e piazzette si respira ancora l’aria di paese, dove tutti si conoscono: “Lo Scigalott è capace di coinvolgere tutti, dai più grandi ai più piccoli – continua Corti -. La gente ci tiene ancora tanto, nascono sfide nella sfida, c’è gente che si allena sul serio per battere l’avversario di una vita. La formula è sempre la solita con le classiche gare sportive, la ‘serata guinnes’ (gara goliardica che coinvolge tutte le contrade), la sfida ‘magna magna’ a chi riesce a mangiare la maggior quantità di un determinato piatto… tra le novità di quest’anno ci sarà una gara di enigmistica e una esibizione di scacchi a cura del Circolo Dilettantistico Scacchi – Spassky. Senza dimenticare le attività dedicate ai più piccoli che sono aperte a tutti coloro che già partecipano alle attività della parrocchia, delle associazioni o delle scuole di Acquate”.
Il tutto condito da un’ottima cucina, spettacoli, musica, cultura e divertimento: “La cucina è sempre aperta dalle ore 19 (per le serate a tema e i pranzi comunitari è gradita la prenotazione), aperitivo tutti i giorni alle 18.30 al baretto dell’oratorio e, ancora, gonfiabili (tutti i giorni dalle ore 16), babydance e trucca bimbi (tutti i giorni dalle ore 20), parete di arrampicata (tutti i giorni dalle ore 19/19.30), mentre giovedì 7 settembre alle 19.30 laboratorio ‘colori in libertà’. Nell’ambito della festa ricordiamo, il 16 settembre, anche la Scigamatt, gara organizzata da uno staff ad hoc”.
Lo staff organizzativo è composto da ragazzi giovani (spesso giovani sono anche i capicontrada) che portano avanti questa tradizione, ma nulla sarebbe possibile se non ci fosse un gran lavoro di squadra: “Dietro ci sono tante persone, a partire da coloro che si occupano della cucina, del bar e poi i numerosi volontari che si spendono per questo evento a cui va il nostro grazie. Al nostro fianco ci sono le associazioni di Acquate: Polisportiva Futura ’96, Cai Strada Storta, Uoei Lecco, Gs Mario Corti (storica associazione oggi rifondata), Parrocchia e Oratorio, Circolo Dilettantistico Scacchi – Spassky, Gruppo Alpini di Acquate. Un grazie doveroso anche alla Cri di Lecco per l’assistenza alle gare e alle serate e grazie alle due memorie storiche Alessandro Bonacina e Adriano Redaelli che hanno messo a disposizione tutta la loro documentazione, a partire dalle prime edizioni, con cui potremo allestire una mostra al centro parrocchiale in occasione del superamento dei 50 anni. In conclusione ringraziamo gli sponsor e le attività del rione che hanno risposto in modo davvero significativo nonostante il periodo difficile per tutti, e poi il Comune di Lecco per il patrocinio”.
La sfida si aprirà mercoledì 6 settembre alle ore 21 all’oratorio di Acquate quando arriverà la fiaccolata che partirà nel pomeriggio dello stesso giorno dal Santuario della Madonna del Bosco a Imbersago: “Anche questa è una tradizione che ritorna e che vedrà protagonisti tutti i ragazzi delle contrade e non solo… – conclude Corti -. Come al solito la serata inaugurale sarà un momento da non perdere: ci saranno le coreografie dei bambini dell’oratorio, la presentazione delle contrade e tanto altro… sarà uno spettacolo! Chi vincerà lo Scigalott D’Or 2023? Bassana e Vicinali sono le favorite perché sono le contrate più popolose, ma la storia dello Scigalott ci insegna che la sorpresa è sempre dietro l’angolo…”.
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Gli Scigalott de Quà
Il termine dialettale significa letteralmente “cicaloni”, “grosse cicale”. Questo appellativo è stato attribuito agli acquatesi in seguito ad un fatto storico: era il 6 giugno 1859 quando a Lecco affluirono fiumi di persone acclamando il generale Giuseppe Garibaldi che vi si trovava per sollecitare i sentimenti patriottici del popolo onde stimolarne il consenso in favore dell’impresa dell’unificazione della Penisola. Gli acquatesi scesero dal loro paese in folto corteo e con passo marziale sfilarono per le vie del vecchio borgo cantando inni patriottici. Poiché accompagnavano la marcia col suono stridulo e fracassoso di raganelle e aggeggi vari di latta, il loro passaggio richiamò subito alla mente l’immagine di uno sciame assordante di grosse cicale. Da allora, nella parlata dialettale, gli acquatesi mantengono l’appellativo di “Scigalott de Quà”, da cui deriva pure il nome della tradizionale festa del paese.
Le contrade
Colongardo
Il nome deriva probabilmente da una storpiatura (o un aggiustamento fonetico che dir si voglia) che trova la sua radice etimologica in “Cà dé Longardi”, cioè casa dei Longardi, famiglia benestante che probabilmente ebbe la sua residenza nell’area compresa tra via Paolino dei Morti e via Menico e le cui pertinenze si estendevano fino all’attuale via Canto. In seguito all’epidemia di peste del ‘600 questa area venne adibita a lazzaretto, e non per niente oggi vi si trova pure la cappelletta dei “Morti della cunetta” che rappresenta il cuore del Colongardo.
Confini: Via Canto – Via Montessori – Via ai Poggi (civici pari sino n° 58; dispari sino n° 45).
Capicontrada: Lorenzo Milani e Riccardo Pelaratti.
Zuccarello
La contrada del “piccolo Zucco” è centrata sulla “Piazzetta dello Zuccarello” anticamente situata presso il largo alla sommità dell’attuale via Renzo. Su questa piazzetta si affacciavano le case di alcune delle famiglie più importanti (tra cui quella degli Airoldi). Oggi lo Zuccarello include pure la “Contrada della Chiesa” (la parrocchiale di Acquate) di cui parlano documenti databili attorno alla seconda metà del 1300.
Confini: Salita dei Bravi – Sagrato don Abbondio – Via Renzo – Via Agnese – Vicolo Ferruccio – Via Tramaglino – Piazza della Vittoria – Via don Minzoni – Via Tonio e Gervaso – Via Ugo Foscolo – Viale Montegrappa (civici dispari sino al n° 15).
Capicontrada: Anastasia Pozzi e Tommaso Redaelli.
Bassana
Il nome, già di per sé, identifica quel territorio situato “in basso” rispetto alla posizione dominante occupata dalla chiesa parrocchiale. Anticamente sorgevano le piccole borgate di Cabagaglio e della Giazzera, oggi inglobate nella parrocchia di Acquate. Terreno tradizionalmente agricolo, a partire dai primi ‘900 ospita notevoli insediamenti industriali, ulteriormente ampliatisi nel secondo dopoguerra. Oggi la Bassana rappresenta uno dei luoghi in cui possono sorgere numerosi complessi residenziali.
Confini: Via Ponte Alimasco – Via Mattei-Via don Ferrante – Via Toti – Via Goito – Via Lamarmora-Via Fabio Filzi – Via Azzeccagarbugli – Via Cabagaglio – Corso Promessi Sposi (civici pari da nº 54, dispari da nº 11) – Viale Montegrappa (civici pari e i dispari da nº 17 a nº 31) – Via Tagliamento – Via Martiri Di Nassirya.
Capicontrada: Silvia Fioretta e Maurizio Sala.
Vicinali
La parola e il concetto di “vicinanza” sono andati perdendosi nel tempo, visto che la velocità dei trasporti ha resto tutti i luoghi più “vicini” tra loro. Resta comunque il fatto che, anticamente, le cosiddette strade “vicinali” erano quelle che conducevano all’esterno dei luoghi più densamente abitati dove le strade erano invece “comunali”. La manutenzione delle strade vicinali spettava alle persone che vi risiedevano e che quindi abitavano nelle frazioni di Falghera, Malnago e Versasio, luoghi che sono quindi stati definiti vicinali.
Confini: Via ai Poggi (civici pari dal n° 60; dispari dal n° 47) – Via Costa n° 45 – Frazione Falghera – Frazione Versasio – Località Devizzo – Via Prealpi – Località Piani D’Erna.
Capicontrada: Stefania Valsecchi e Pietro Pozzi.
Concezione
E’ quell’area che circonda l’antica chiesetta di Sant’Anna, costruita dal prete Francesco Airoldi nel 1563 nella vigna di suo padre che copriva allora gran parte del Garabuso. Il sacerdote volle che la chiesa “dell’Immacolata Concezione” fosse dotata di Cappellania perpetua, istituzione che perdurò fino a quando lo Stato Italiano appena costituito decretò la soppressione dei beni ecclesiastici (1867/69). Indagini storiche dimostrerebbero che da quel casato degli Airoldi discendesse pure Alessandro Manzoni.
Confini: Via Lucia – Via Marchesini – Via Prà Corvino – Via Conte Attilio – Via Don Rodrigo (sino piazzetta Guerrazzi) – Via Resegone (civici pari sino n° 28; dispari sino n° 9) – Via Movedo (sino località Inferno).
Capicontrada: Marco Lavelli e Carlotta Villa.
Poteo
Pozzo. La struttura da cui gli antenati andavano ad attingere l’acqua è ancora visibile in via Perpetua, anche se oggi tale pozzo non è più fruibile. La zona del pozzo è senza dubbio una delle più antiche di Acquate (se ne ritrovano citazioni riferenti al XIV secolo): in assenza di acquedotto e di condutture che portassero l’acqua potabile direttamente nelle case si può infatti supporre che le prime abitazioni vennero edificate proprio in prossimità del luogo in cui tale approvvigionamento risultava più comodo.
Confini: Via Paolino dei Morti – Via Menico – Via Tartari – Via Perpetua – Via Capiloccio – Via Don Piatti – Via Costa (sino all’altezza del civico n° 20-9).
Capicontrada: Alessio Stefanoni e Marco Panzeri.