Progetto ideato da Paolo Colombo in collaborazione con Lecconotizie
Da Laorca a Chiuso, sedici Pietre Miliari restaurate lungo le antiche direttrici per Bergamo e la Valsassina
LECCO – “Raccontami qualcosa…” — era così che Paolo, pennello in una mano e vasetto di vernice nera nell’altra, dava il via a ogni restauro.
Io reggevo la scala là dove serviva, rabboccavo la vernice, passavo i pennelli giusti — punta piatta, tonda, fine — e, soprattutto, “raccontavo” qualcosa a Paolo dando vita a piacevoli chiacchierate su Lecco, il lavoro, la montagna, la politica. Intanto, lui, con mano ferma, ridava voce alle scritte sbiadite delle Pietre Miliari.

Sedici, in tutto. Una dopo l’altra, sono state ridipinte e fatte rinascere.
La prima, a Bonacina, in via allo Zucco, all’incrocio con via Cernaia: era il 4 aprile quando, grazie all’allungarsi delle giornate, la pietra logorata tornava leggibile. Da lì, il progetto — ideato da Paolo Colombo, architetto e presidente di Officina Gerenzone in collaborazione con Lecconotizie ha cominciato il suo cammino.
Pochi giorni dopo è toccato a piazza Felice Cavallotti, nel rione di San Giovanni: una pietra murata sotto la targa del patriota omonimo, con inciso un curioso “Introbbio” con due “b”, segno di un tempo in cui anche la parlata era differente. Poco oltre, una seconda pietra posta esattamente a San Giovanni alla Castagna, nel crocevia tra le vie IX Febbraio, Partigiani e Pietro Micca.
Poi è toccato ad Olate, con due pietre gemelle tra via Caldone e via Marsala — una sulla parete della Casa di Lucia e l’altra quasi di fronte.
Quindi, siamo saliti a Laorca, dove due antiche indicazioni in via Spreafico e via Berni sono tornate a essere leggibili, attirando l’attenzione dei residenti che si sono affacciati curiosi. A Malavedo, è stata sistemata quella in piazza Sant’Antonio.
Due quelle sistemate in centro Lecco, una in via Azzone Visconti e una in via Col di Lana. Una invece ad Acquate situata all’inizio della Salita dei Bravi, quindi due a Chiuso, in via del Sarto e sotto il ponte pedonale lungo corso Bergamo e ben tre a Maggianico, due in corso Emanuele Filiberto e una a Barco, alla fine di via Mario Martelli, all’incrocio con lo stesso corso, l’ultima della serie.
Sedici testimonianze di pietra, disseminate lungo le antiche direttrici per Bergamo e per la Valsassina, e nei loro dintorni. Alcune, le più antiche, risalgono alla prima metà dell’Ottocento, quando la distanza era ancora misurata in miglia; altre, più recenti, riportano invece i chilometri.
È probabile che qualcuna, nel tempo, sia andata perduta o sia stata rimossa, ma ciò che resta racconta un passato di strade, confini e direzioni.
E se con Paolo la chiacchierata non è mai mancata, possiamo dire la stessa cosa con i residenti: in ogni rione, ovunque siamo passati, le persone si sono avvicinate.
Chi per chiedere cosa stessimo facendo, chi per ringraziare o fare i complimenti, chi per raccontare ricordi o chiedere informazioni storiche, e chi, con un misto di stupore e sorriso, confessava di non essersi mai accorto di quella pietra, nonostante passasse di lì ogni giorno da anni.
Piccoli incontri, parole scambiate, curiosità condivise: è anche così che Lecco ha ritrovato un frammento del suo passato.
Il progetto “Pietre Miliari” non è stato solo un lavoro di restauro. È stato un esercizio di memoria, di appartenenza e di sguardo lento. Un gesto civico e poetico allo stesso tempo: fermarsi a leggere le tracce del passato, lasciar parlare la pietra, immaginare chi l’ha incisa e chi ci è passato accanto due secoli fa.
Il giovedì sera — dopo il lavoro — si usciva con scala, stracci, pennelli, e quando il sole è iniziato a calare prima, anche un paio di sabati mattina. E a fine lavoro, l’immancabile brindisi con un bicchiere di vino. Perché restaurare non è solo riportare colore, ma condividere tempo.
Come ricorda Paolo: “È stato un lavoro fatto nel tempo libero, gratuitamente, per il solo piacere di dare un po’ di decoro alla città, di salvare un po’ di memoria storica e di ricordare il nome di alcune località che ormai si sentono solo nella parlata degli anziani”.
Oggi, con le sedici Pietre Miliari di Lecco restaurate, si chiude ufficialmente il progetto. Ma il suo spirito resta vivo, inciso non solo sulla pietra, ma nei racconti che ogni pietra ha saputo risvegliare.
“Raccontami qualcosa”, diceva Paolo. Oggi, dopo mesi di lavoro, abbiamo dato nuovamente la parola alle pietre, tornate a raccontarci qualcosa della nostra città.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL
























































